L’Agcom approva il nuovo piano sulle frequenze

Il piano sul digitale terrestre, contestato dalle Tv locali, è stato varato. Polemiche anche per l’assenza di norme sulla numerazione automatica dei canali

Alla fine il piano delle frequenze per il digitale terrestre (Pnaf) è arrivato, pur con qualche concessione rispetto allo schema diffuso nei mesi scorsi che tanto aveva fatto infuriare le piccole emittenti locali. L’Autorità per le comunicazioni ha infatti approvato ieri all’unanimità il contestato Pnaf, tema centrale nell’ambito del progressivo addio al vecchio segnale analogico e al passaggio al digitale terrestre, che interesserà il Nord Italia a partire dal prossimo 15 settembre. In soldoni, l’organismo presieduto da Corrado Calabrò ha definito quante frequenze digitali sono riservate alle Tv nazionali (per un totale di 24 reti nazionali), quante alle emittenti locali (ovvero un terzo del totale) e quante saranno oggetto della gara del prossimo autunno (5 frequenze libere che interessano Rai, Mediaset e anche Sky). Da mesi il mondo dei broadcaster locali (poco meno di 600 emittenti in tutta Italia) era in allarme per la pianificazione, che secondo gli editori avrebbe svantaggiato non poco le piccole emittenti, assegnando loro lo spettro di trasmissione peggiore e rimettendo in discussione anche le frequenze assegnate nelle aree del paese già digitalizzate.

Addio alle reti multiple?
Nonostante le prime dichiarazioni non molto concilianti, qualche modifica le piccole emittenti sembrano comunque averla strappata: molto allarme aveva destato l’annuncio di realizzazione delle reti K-Sfn, ovvero multiple, che avrebbero dovuto sostituire le attuali Sfn, calibrate su una sola frequenza. Tale passaggio avrebbe costretto le tv locali a dotarsi di nuovi impianti e a coprire il territorio di trasmissione con un maggior numero di frequenze. Questa eventualità appare allontanarsi, almeno a leggere le dichiarazioni di Calabrò: «L’utilizzazione della tecnica Sfn (reti a singola frequenza), che vede l’Italia all’avanguardia in Europa, permetterà di soddisfare tulle le diverse esigenze: razionalizzazione delle reti esistenti, nazionali e locali; nuove frequenze destinate alla gara per gli operatori Tv; frequenze per i servizi innovativi».

I tavoli tecnici
Le piccole emittenti avranno anche la possibilità di ottenere qualche concessione in più nei tavoli tecnici che saranno istituiti a livello locale: «Il Pnaf riserva oltre un terzo delle frequenze pianificabili alle emittenti televisive locali. Al fine di garantire il massimo pluralismo e di favorire un uso efficiente ed effettivo delle frequenze – spiega infatti l’Agcom – la pianificazione di dettaglio avverrà attraverso la convocazione di appositi ‘tavoli tecnici’, anche per assicurare continuità a quanto avvenuto in regioni che hanno già effettuato il passaggio al digitale terrestre. Il provvedimento approvato sarà dunque completato nei suoi aspetti attuativi via via che i tavoli tecnici relativi alle aree ancora da digitalizzare avranno concluso il loro lavoro».

La numerazione dei canali
Altro punto caldo che continuerà a far discutere il mondo del digitale nei prossimi mesi è l’assenza di una regolamentazione in materia di numerazione automatica dei canali. Il telecomando è infatti uno strumento che ha rivoluzionato la libertà (televisiva) degli italiani, ma quando si inizia a fare zapping è difficile che si vada oltre i primi 10-12 canali memorizzati dal nostro apparecchio tv. Soprattutto per le piccole tv locali ritrovarsi al canale numero 12 o 620 può dunque fare una grande differenza in termini di audience e di fatturato pubblicitario. Aeranti-Corallo, associazione delle emittenti locali, ha perciò chiesto nei giorni scorsi che l’Autorità recepisca la proposta in materia formulata da DGTVi e cioè che siano previste 10 numerazioni per le Tv locali subito dopo quelle delle reti nazionali analogiche, con l’obiettivo dichiarato di strappare due posizioni nei primi 9 canali (come tra l’altro auspicato dal Viceministro Paolo Romani). Richieste anche 50 numerazioni per le tv locali tra le prime cento e un’analoga impostazione anche per gli archi di numerazione 101-200 e 201-300. Aeranti-Corallo ha inoltre proposto che l’intero settimo arco di numerazione (601-700) sia attribuito alle ulteriori offerte delle tv locali. Per il momento l’Autorità ha reso noto che intende assegnare a una società specializzata un (contestato) sondaggio tra gli utenti per verificare il posizionamento dei canali sul telecomando (a livello regionale) e ha avviato una serie di colloqui con i governatori delle regioni italiane.

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