La virtualizzazione al servizio del cittadino

Pa / Il Comune di Asti ha ottimizzato l’utilizzo delle risorse, mantenendo come focus l’utente

Per ridurre i costi e, nello stesso tempo, garantire ai cittadini un migliore servizio, il Comune di Asti, che con 600 dipendenti serve oltre 73.000 abitanti, ha deciso di modificare la sua infrastruttura It.

Un primo cambiamento era già stato effettuato nel 1999 con il passaggio della rete informatica (costituita da 500 postazioni
di lavoro) dal mainframe a un sistema client/server basato su Windows Nt. A quei tempi, i server presenti erano quattro, numero che è rapidamente cresciuto con l’implementazione di nuovi servizi, tra i quali contabilità e anagrafe. Contemporaneamente, è stato realizzato un collegamento su linea dedicata tra le sedi distribuite sul territorio. «La crescita dell’infrastruttura It, però – ricorda Alfonso Guarino, responsabile dei servizi e sistemi informativi del Comune -, non era frutto di una pianificazione. I server presenti avevano caratteristiche tecnologiche differenti e il collegamento non era sempre adeguato alla mole di dati scambiati».

L’evoluzione dell’infrastruttura

Nel corso del 2004, l’infrastruttura tecnologica è stata rinnovata e resa più razionale. La fibra ottica ha preso il posto della linea dedicata, con vantaggi di costo e maggiore velocità di collegamento; il parco server è stato arricchito di nuove macchine. Sono stati, inoltre, implementati servizi più avanzati, quali cartografia, anagrafe online e gestione via Web di multe e imposte. In questa fase, il numero dei server è salito a 15, basati su Windows Nt, a eccezione di due, con firewall e Web server ospitati da macchine Linux. «A questo punto ci siamo trovati con una situazione stabile – spiega Fausto Icardi, responsabile della rete informatica – e abbiamo iniziato a ragionare sulla reale efficacia dell’infrastruttura. Abbiamo svolto alcune analisi e rilevato che le risorse di ogni server venivano utilizzate in misura minima dal sistema operativo, tipicamente tra il 10 e il 30%. Si è, quindi, cercata una soluzione per sfruttare al meglio le nostre risorse informatiche puntando sul consolidamento dei server».

Il Comune ha, così, acquistato un software di virtualizzazione (nello specifico, Vmware Esx Server) e due nuovi server dedicati, con l’obiettivo di abbattere i costi legati all’acquisto, in futuro, di nuove macchine, alla gestione e alla manutenzione dell’hardware, e, contemporaneamente, di mantenere invariati i servizi offerti agli utenti.

«È stata realizzata (in collaborazione con Lan Service – ndr) una San con i due nuovi server, abbinati a un terzo già presente in azienda e compatibile con le specifiche Vmware – afferma Icardi -. Nell’arco di tre o quattro mesi sono stati virtualizzati circa dieci server e, subito dopo, altri due. In poco tempo, il 90% dei nostri server si è fatto virtuale».

Per quanto riguarda il monitoraggio, una consolle consente una visione completa di tutto il sistema e delle risorse che vengono gestite. «Adesso, la situazione è stabile – continua Icardi -. Abbiamo la possibilità di accendere o spegnere un server in pochi minuti, cosa del tutto impossibile parlando di server fisici. Quelli presenti presso il Comune sono tre: due in produzione e uno in una sorta di standby, per prevenire problemi relativi agli altri. Ogni server fisico ne supporta quattro o cinque virtuali, consentendo così a ogni macchina di sfruttare in modo più razionale le risorse». Il passaggio non ha causato problemi in termini di prestazioni, al punto che, spiega Icardi: «Abbiamo scelto appositamente di non informare prima gli utenti finali delle modifiche e, infatti, non ci sono state presentate lamentele legate a disservizi o a mancate performance del sistema. È stato registrato anche un risparmio economico a livello di consumi elettrici, senza contare che si è ridotto al minimo l’ingombro di spazio, che nella nostra server farm era davvero scarso».

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