La terza via dei database

Fra il monolitico SQL e il flessibile (ma incompleto) NoSQL, ecco spuntare il NewSQL. Un ibrido in grado capace di coniugare “garantismo” e scalabilità. L’opinione del grande vecchio dei database, Michael Stonebraker.

Nel mondo database relazionale è in atto una diatriba fra il vecchio Sql
e l’emergente NoSql. Monolitico il primo, si sente dire, flessibile
il secondo e più adatto ai nuovi paradigmi di relazionalità. Risultato: c’è
tanto entusiasmo per la novità, ma anche il rischio di gettare via quanto di
buono esiste nella tradizione.

Questa considerazione ha ispirato l’intervento di Michael Stonebraker,
il grande vecchio dei database, colui che contribuì allo sviluppo di Ingres
e Postgres, che creò Vertica, db poi finito in Hp e che ora è Cto di VoltDb,
società che fa un database distribuito.

Intervenendo alla NoSql Now Conference in California, Stonebraker ha tenuto
una posizione mediana, sintetizzandola con NewSql.

I database relazionali Sql sono sulla via del declino, ha ammesso. Ma non per
colpa di Sql in sé, piuttosto dei vendor che lo propongono. Si tratta di prodotti
che in alcuni casi sono sul mercato da trent’anni.

E che quindi è logico che non possano essere stati creati per le esigenze pesantemente
transazionali dei sistemi odierni. Il loro limite sarebbe dunque quello di non
riuscire a scalare e di assorbire troppe risorse di sistema per attività improduttive.

Pregi e difetti di NoSql
È così che database cosiddetti NoSql, come MongoDb o Cassandra,
conquistano vieppiù gradimento presso chi deve togliersi di dosso la pesantezza
all’azione.
Ma anche questi database, seppur più scalabili e flessibili, hanno i propri
limiti fra i quali:

  • Incapacità a fare query altamente strutturate, con certezza matematica di
    analisi dei dati, cosa che invece Sql, che nasce su basi algebriche e di calcolo
    relazionale garantisce.
  • NoSql non esegue operazioni di tipo ACID (atomicity, consistency,
    isolation, durability), tese a garantire che una transazione legata a un database
    venga portata a termine anche in caso di interruzione del sistema.
  • Ogni database NoSql ha il proprio linguaggio di query.

Verso un modello ibrido
Per questo Stonebraker patrocina un approccio ibrido, NewSql, capace di coniugare
il solido garantismo di Sql con la scalabilità di NoSql. L’approccio che segue
è di far girare il database nella memoria princiale.

In tal modo garantisce transazioni 45 volte più veloci rispetto a un database
relazionale tradizionale.

E citando il caso di VoltDb, Stonebraker lo ha definito in grado di scalare
su 39 server, per gestire fino a 1,6 milioni di transazioni al secondo tramite
300 Cpu. In aggiunta, richiederebbe meno server di una tipica implementazione
Hadoop (decine di nodi in luogo di migliaia).

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