La terra è bassa

Per le emergenze serve realismo più che filosofeggiare


A pancia vuota non si fa filosofia. Il monito non arriva da un trinariciuto massimalista, ma da Bill Gates. Durante una tre giorni californiana in cui si è parlato di tecnologia digitale, pronubo il Wall Street Journal, al fondatore di Microsoft fra le altre cose è stato chiesto se l’inflazione petrolifera in atto sarà in grado di produrre una maggiore presa di coscienza collettiva riguardo lo sfruttamento consapevole delle risorse energetiche.


La funzione didattica di massa non pare aver fatto gran presa su un Gates che si è rivelato poco incline alla retorica.


Sarà, ha fatto capire, che quando usciremo da questa situazione avremo tutti una maturità diversa sul tema. Ma nel mondo c’è gente che sta morendo di fame adesso, ha detto, e più che filosofeggiare bisogna occuparsi di loro e in fretta. Detto da uno che la propria ricchezza non la rinnega e mette sul piatto miliardi di dollari in opere filantropiche.


Un pensiero lo ha avuto anche per gli agricoltori, per chi sta a contatto con la terra tutto il giorno e che in questo periodo ha il dilemma di come sostenere gli alti costi di coltivazione: se rinunciano a fare le cose per bene, ha detto, se non addirittura a farle del tutto, in futuro sarà ancora più dura.


Seguendo il filo conduttore di Gates, torna attuale un detto in voga nella campagna senese, che troverà senz’altro equivalenti a qualsiasi latitudine: la terra è bassa. A significare che per il nutrimento, necessario per poter ragionare su cosa sia meglio fare nella vita, serve una fatica quotidiana. Sperando che basti.

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