L’Associazione dei produttori approva la modifica dell’imposizione fiscale su Cd, Dvd e memorie flash. Ma qualcuno non è d’accordo
Alla fine di un weekend di passione con la tassa che andava e veniva si è conclusa, pare in modo positivo, la vicenda dell’imposizione fiscale su Cd e Dvd. Così sostiene anche l’Asmi, Associazione supporti multimediali italiana, che si dichiara soddisfatta dell’emendamento approvato dalla Commissione Bilancio del Senato alla legge finanziaria 2006.
L’intervento modifica la normativa secondo al momento ogni cd o Dvd venduto viene gravato di un compenso fisso che oscilla tra 25 centesimi per un Cd e 58 per un Dvd. Un’imposizione in alcuni casi “pari al doppio del prezzo di vendita al distributore” che ha determinato il boom per le vendite del sommerso e il crollo del mercato legale. Con l’introduzione della modifica il compenso per la copia privata passerebbe al 10% del prezzo di vendita al distributore rendendo così non conveniente, spera l’Asmi, l’importazione illegale di prodotti.
Ma l’associazione va oltre e sottolinea “l’effetto positivo sui prezzi di vendita dei prodotti che subiranno una sensibile riduzione con speciale riguardo a Cd e Dvd vergini a tutto vantaggio dei consumatori finali”.
Per le memorie flash l’imposizione sarà del 3%.
Non tutti però sono disposti a condividere l’entusiasmo dell’Associazione dei produttori. Secondo il capogruppo dei Verdi in commissione Bilancio Natale Ripamonti il nuovo meccanismo introduce infatti una tassazione superiore a quella esistente, in quanto altrimenti sarebbe stato dichiarato inammissibile. Il ministero dell’Economia ha fatto poi sapere che l’emendamento verrà riscritto dal Governo in aula. La parola fine non è ancora stata scritta.





