La sicurezza delle vie ufficiali

Wacom spiega il fenomeno e distingue tra ciò che accade in Europa e in Paesi non Ue. Rischi maggiori per i prodotti con marchi conosciuti

Giugno 2009

Di importazioni parallele ci parla Frans Ditmer, director sales and business development di Wacom Europe, produttore specializzato nel settore delle pen tablet e molto sensibile alla questione, al quale abbiamo chiesto il suo punto di vista e la sua esperienza in merito a questo fenomeno.

L’importazione parallela è una pratica legale?

Non è facile rispondere. Bisogna subito distinguere la merce d’importazione parallela proveniente dall’Ue da quella proveniente da Stati che non ne fanno parte. La prima non può essere impedita da un produttore in virtù della libera circolazione delle merci sancita dall’articolo 28 segg. Ce. Il principio comunitario di esaurimento dei diritti di marchio non concede ai rispettivi titolari il diritto di controllare o di impedire l’ulteriore distribuzione di prodotti messi inizialmente in commercio nel territorio della Ue, o in altri Stati membri del See (Spazio economico europeo) con il loro consenso. Ciò non vale però nel caso di prodotti che non siano stati messi in commercio all’interno della Comunità europea o del See, bensì, per esempio, negli Usa o in Asia. Qui vige la legislazione nazionale in materia di marchi del singolo produttore, per cui il titolare del marchio può agire legalmente contro le importazioni parallele di merce proveniente da Paesi esterni all’Ue, con conseguenze legali gravi per l’importatore e per qualsiasi rivenditore.

Perché è diffusa nel mercato Ict?

Principalmente per il minor costo, a scapito, però, di sicurezze come l’assistenza o la garanzia della merce stessa. Diversi fattori influenzano il flusso delle importazioni grigie. In primo luogo, sono più a rischio i prodotti con marchio conosciuto in tutto il mondo. Secondo, incidono i requisiti tecnici: per esempio, è più probabile che ne diventino oggetto prodotti senza nessun plug o codificazione specifica nazionale. Terzo, l’evoluzione del mercato online (propensione all’acquisto e servizi offerti) ha aumentato l’esposizione e la visibilità dei prodotti per i clienti finali. Infine, il tasso di cambio: un euro forte rispetto al dollaro accresce la differenza di prezzi e quindi l’importazione parallela. Per contro, se il dollaro guadagna terreno, questa rallenta.

Cosa può fare un vendor come voi per tutelarsi?

Contro l’importazione grigia sono possibili diverse azioni per i produttori, dall’azione negatoria al diritto di accesso e al risarcimento di danni, fino al diritto di distruzione dei prodotti illegali, a spese del colpevole. Il proprietario del marchio può rifarsi contro l’importatore e contro qualunque soggetto nella catena del valore che, nella sua attività commerciale, offra merce grigia, che sia direttamente coinvolto o meno nella trasgressione. Come pure in questo contesto è ininfluente che si tratti di beni originali o contraffatti. La merce di importazione grigia da Paesi esterni alla Ue può comportare conseguenze legali gravi per l’importatore e per qualsiasi rivenditore. Per quanto ci riguarda, in Italia abbiamo Andrea Zinesi, area sales manager, che segue le nostre relazioni con distributori e commercianti. Se i distributori ordinano la merce tramite lui, saranno al sicuro.

Quali svantaggi comporta la merce grigia?

Gli Stati dell’Ue considerano le violazioni della legislazione sul marchio dei veri e propri reati, e prevedono diverse misure contro chi mette in commercio prodotti non destinati al mercato Europeo. In Germania, ad esempio, i prodotti grigi illegali sono soggetti a multe sostanziali o condanne detentive fino a 5 anni per il commerciante. Ma la peggior conseguenza pratica è il disagio provocato ai clienti. Se, ad esempio, il commerciante vende un prodotto americano a un consumatore e sorge la necessità di appellarsi alla garanzia, il produttore in Europa non può fornire alcun supporto. Il commerciante deve rivolgersi al produttore nel Paese d’origine, con lunghi ritardi per il cliente e costi relativamente alti, per esempio, per la spedizione. Il commerciante deve gestire l’insoddisfazione del cliente e può essere considerato responsabile di qualunque problema.
Per i clienti finali, infine, il consiglio è di controllare provenienza e condizioni di garanzia del prodotto, indicate sempre sulla confezione. I prodotti non intesi per il mercato europeo hanno infatti confezioni diverse, differendo in qualche maniera per gli accessori e i software inclusi nel pacchetto. Per quanto concerne Wacom, i clienti possono per ogni dubbio scrivere a sales@wacom.eu.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome