La rappresentatività dell’It passa dalle lobby

Una nuova associazione: riuscirà là dove Assinform e Ferdomin hanno fallito?

15 luglio 2004 Le grandi manovre attorno alla Finanziaria sono
iniziate. E anche l’Ict sta iniziando a muoversi.
Forte di una nuova
presidenza della Confindustria forse più attenta alla politica industriale che
alla politica, l’information technology da una parte si accoda alle richieste
dell’associazione degli industriali contro l’Irap e dall’altra chiede a gran
voce finanziamenti per l’innovazione delle imprese.
Il successo dell’Ict, è
il ragionamento classico, è il successo dell’industria italiana che anche in
questo modo può recuperare la competitività perduta.
Più o meno questo è
stato il discorso che il presidente di Federcomin, Alberto Tripi, ha fatto al
ministro per l’Innovazione Lucio Stanca qualche giorno fa a Milano.
Stanca
ha abbozzato e, come fa nei convegni ai quali di sovente partecipa, ha
snocciolato tutto ciò che ha fatto il suo ministero in questi anni non dicendo
ovviamente ciò che tutti sanno.
I cordoni della Borsa non li ha in mano lui.

Prima c’era Tremonti che ci sentiva poco adesso non si sa bene chi che,
speriamo, presti un po’ più di attenzione.
Ma oltre alle richieste, le
stesse del 2003, quest’anno c’è una novità. Si chiama Aitech, Associazione
Italiana per l’Information Technology, e punta a rappresentare le imprese It
presso gli Enti, le Istituzioni e la business-community.
Una lobby, come
l’ha definita senza fronzoli Dagospia.com, il sito sempre attento a ciò che
succede nei palazzi del potere, che potrebbe riuscire là dove hanno fallito fino
a oggi, spesso non per colpa loro, Assinform e Federcomin.
Una cosa è certa
peggio di come è andata fino a oggi non può andare.

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