Per un giorno tutti a discutere di privacy. Ma l’approvazione della liberalizzazione per le piccole imprese l’hanno ignorata tutti.
A volte accadono cose bizzarre che fanno sorridere e riflettere. Come la vicenda sulla privacy.
Improvvisamente qualche giorno fa “la Repubblica” in prima pagina riporta una allarmante notizia.
Al Senato si pensa di abolire l’obbligo della tutela della privacy per le imprese.
Il quotidiano riprende la petizione online firmata anche dall’ex garante della privacy Stefano Rodotà che lancia l’allarme sulla possibilità che le imprese non siano più obbligate a occuparsi della tutela dei dati personali di dipendenti e clienti.
Tutte, non solo le grandi imprese.
Perché quello che molti non sanno è che la Camera, nel silenzio generale, in giugno aveva già dato il via libera a una norma che aboliva di fatto gli obblighi di tutela per le imprese fino a 15 dipendenti.
La norma deve essere ancora votata dal Senato dove, in commissione Industria, un senatore dell’Ulivo, ma per una volta con l’accordo anche dell’opposizione, ha tentato di allargare l’esenzione a tutte le imprese.
Perché solo le piccole?
Si è chiesto.
Aboliamo quelle tonnellate di carta anche per le grandi.
L’accordo bipartizan, come si dice oggi, è stato raggiunto in fretta.
Ma qui è scattato il bailamme.
Per un paio di giorni si è parlato solo di privacy.
L’attuale garante (che aveva già protestato nella precedente occasione), Epifani della Cgil, Bonanni della Cisl e altri hanno rilasciato le loro indignate dichiarazioni.
Delle quali non c’è traccia al momento dell’approvazione della leggina che riguardava le piccole aziende.
Perché questa è la cosa divertente.
In quei giorni solo 01net e pochi altri siti di informatica diedero spazio alla notizia.
Francesco Pizzetti, l’attuale garante, che parlò anche di incostituzionalità, e il Clusit, l’organizzazione che si occupa di sicurezza, furono gli unici a preoccuparsi per l’approvazione della nuova normativa che non si limitava a snellire le procedure per le aziende ma le aboliva del tutto.
D’altronde stiamo parlando di 3.977.334 imprese su un totale di 4.083.966 secondo i dati Istat.
Ma finché la legge riguardava solo loro l’informazione mainstream, come si dice oggi, ha lasciato perdere.
L’interesse è tornato solo quando sono entrate in campo le grandi aziende per poi svanire istantaneamente nel momento in cui gli emendamenti (per le grandi imprese) sono stati ritirati.
Da quale giorno nessuno parla più di privacy. Ma la norma per le piccole aziende è sempre lì e probabilmente sarà approvata. Ma quella maionese, a volte impazzita, dell’informazione italiana non se ne accorgerà.





