Tecnicamente si chiama push mail. Per farlo servono dispositivi abilitati da mettere in mano agli utenti aziendali, fornitori di infrastruttura e provider di servizi di Tlc sensibili all’argomento. Fattori che, stando alle recenti iniziative, pare siano davvero in trigono.
Affermare che sul wireless si stia giocando una delle partite a più ampio respiro alla quale la comunità It abbia mai assistito è quasi lapalissiano.
Cercare di capire tutte le declinazioni del wireless e individuare quale sarà destinata ad affermarsi è, però, impresa difficile. A meno di non mettere sul piatto quei pochi elementi essenziali su cui si possono costruire applicazioni e servizi. La posta elettronica, ad esempio.
Già, la posta. Un conto è utilizzare il personale Pda o cellulare per accedere al server di posta della propria azienda e da lì consultare i messaggi in arrivo (già un salto generazionale rispetto a qualche anno fa). Un conto è ricevere i messaggi di posta mano a mano che arrivano al server.
Modalità push, si chiama. E qui i salti generazionali sono almeno un paio. Fino a non molto tempo fa, parlare di push mail voleva dire fare riferimento a un operatore specifico, Rim (Research in Motion) e al suo prodotto BlackBerry.
Presente in Italia fin dal 2002, prima con un accordo esclusivo con Tim poi, scaduti i termini anche con Vodafone, Rim in questi anni ha imparato a conciliare le esigenze delle aziende con quelle dei professionisti, mettendo a punto offerte differenziate in grado di soddisfare sia l’azienda che ha la necessità di fornire accesso sicuro ai servizi di posta ai propri dipendenti che lavorano in mobilità, sia il libero professionista, con esigenze specifiche di mobilità, ma con minori richieste in termini di crittografia e di server.
Tutto questo con un deciso restyling dei prodotti, che nel giro di un paio di anni sono evoluti su una serie di aspetti chiave: possibilità di gestire gli allegati, integrazione delle funzionalità di telefonia nel device, schermi a colori, maggiore risoluzione. Consapevole di muoversi da pioniere su un terreno interessante per molti, Rim ha focalizzato la propria strategia degli ultimi mesi sulle alleanze.
Siemens, Motorola e PalmSource, in base al programma BlackBerry Connect, potranno abilitare sui propri telefonini di ultima generazione i servizi BlackBerry Enterprise Server e Web Client. È cosa di pochi giorni fa, invece, l’intesa raggiunta con Sap nell’ambito Crm. Le due società si sono alleate per sviluppare una soluzione che integra l’offerta Sap per il business mobile e la piattaforma di Rim, per consentire al personale commerciale di accedere e aggiornare le informazioni contenute in mySap Crm con un terminale BlackBerry.
La concorrenza adesso non sta più con le mani in mano. Non è un caso che nelle ultime settimane siano arrivate in Italia alcune società intenzionate a sviluppare il nostro mercato: dalla Finlandia Smartner, dagli Stati Uniti Visto. La prima con la forza e le dimensioni della start up, la seconda con la consapevolezza di essere una delle realtà meglio finanziate (64,5 milioni di dollari, l’ultima raccolta) nell’area del mobile messaging. Entrambe con un obiettivo: stringere accordi, alleanze, sinergie con gli operatori nazionali della telefonia mobile. Entrambe con un avversario in mente: Rim. E di fondo la stessa filosofia, che esprimono con le stesse parole: “Platform independence e agnosticism to devices”. Ciò significa che l’open standard è una carta da giocare contro BlackBerry: non serve un apparato specifico, basta un cellulare di ultima generazione. Un po’ più orientata alle aziende Visto, votata ai professionisti Smartner, entrambe corteggiano le stesse aziende: Tim, Vodafone, Wind. Perché sanno bene che lo scenario è destinato a mutare nei prossimi 18 mesi. Forse è il caso di non perdere l’occasione.





