La governance applicativa di Intesa Sanpaolo

Nato a gennaio del 2007 dalla fusione fra Banca Intesa e Sanpaolo Imi, il Gruppo Intesa Sanpaolo è una delle più importanti realtà bancarie europee, con 7.000 sportelli e circa 100.000 dipendenti. Le attività Ict, che fanno capo alla direzione sistemi …

Nato a gennaio del 2007 dalla fusione fra Banca Intesa e Sanpaolo Imi, il Gruppo Intesa Sanpaolo è una delle più importanti realtà bancarie europee, con 7.000 sportelli e circa 100.000 dipendenti.

Le attività Ict, che fanno capo alla direzione sistemi informativi (Dsi), sono fortemente strutturate e organizzate secondo precisi processi codificati, una scelta necessaria data la grande complessità e importanza dei servizi gestiti. La Dsi è organizzata in due linee: lo sviluppo applicativo e i servizi infrastrutturali. Attualmente è ancora in corso l’integrazione delle due realtà bancarie protagoniste del merge, che porterà a un consolidamento e una razionalizzazione delle risorse It. Considerando la somma dei due sistemi informativi prima della fusione, i numeri in gioco sono davvero notevoli: 90.000 Mips di potenza di calcolo per i mainframe; 1.700 processori per i sistemi dipartimentali basati su Windows e 1.400 per quelli Unix; 80.000 personal computer.

In particolare, il gruppo di lavoro dedicato alle applicazioni ha il compito di gestire l’intero ciclo di vita dei servizi, dalla realizzazione al delivery in produzione, fino al mantenimento. Fra gli incarichi che le sono affidati figurano la definizione delle tecnologie, delle configurazioni e degli standard, e la gestione del capacity planning in funzione dei servizi erogati.

«Una corretta governance applicativa – spiega Giovanni Del Mastro della direzione sistemi informativi di Intesa Sanpaolo – non può prescindere da quella che noi consideriamo una terna destrorsa ideale: prodotti, processi e standard, competenze specifiche del gruppo di lavoro».

L’applicazione viene sviluppata già divisa in componenti principali, come la parte Web e quella di back end, dopodiché viene presa in carico dai sistemisti, che hanno la competenza dell’attivazione e devono garantire affidabilità, scalabilità e ridondanza del servizio.

«L’obiettivo – puntualizza Del Mastro – è quello di mantenere l’indipendenza fra chi sviluppa software e chi lo deve gestire in produzione. Il delivery di un nuovo servizio avviene, in sede progettuale, andando a comporre un pattern predefinito fra un elenco di possibili soluzioni selezionate insieme con l’ufficio architetture».

La decisione di dotarsi di uno strumento di Application performance management risale al 2005. Una gara fra i vendor portò alla scelta di Ca Wily, acquistato nel 2006 e subito installato, nell’arco di una sola settimana di lavoro, per effettuare con urgenza il tuning di un’applicazione che presentava particolari criticità. Il progetto complessivo di introduzione di Wily ha impegnato la banca per sei mesi.

«Il motivo che ci ha condotto a far evolvere il nostro modello con l’adozione di uno strumento di Apm – illustra il manager – è stato quello di semplificare i processi di problem determination, in termini di riduzione dei tempi e di maggiore efficacia. È importante cioè arrivare a una soluzione definitiva dei problemi: a volte il monitoraggio tecnologico, l’analisi dei log o di altri dati legati alle applicazioni non conduceva alle cause esatte. Inoltre, intendevamo aumentare il controllo dei livelli di servizio e della trend analysis. Questo strumento consente, infatti, di monitorare nel tempo gli andamenti dell’applicazione su basi storiche e produrre reportistica periodica».

Con Wily, Intesa Sanpaolo riesce anche a gestire in modo più efficiente le risorse utilizzate dalle applicazioni, ottimizzando cioè il capacity planning.

«In definitiva – conclude Del Mastro – l’obiettivo è quello di fornire servizi applicativi di qualità e di mantenerne costanti i livelli di servizio».

Il principale utilizzo di Wily è oggi sull’applicazione di Internet banking, che serve un bacino d’utenza di un milione e mezzo di utenti e che è particolarmente complessa: i processi da monitorare sono 312, per un totale di 1 tera di log prodotti giornalmente.

Wily ha permesso a Intesa Sanpaolo di intervenire in modo proattivo nella gestione del servizio, anticipando l’emergere di problemi e riducendo le lamentele per disservizi o malfunzionamenti.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome