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La blockchain continua a crescere, secondo l’Osservatorio PoliMi

Da una parte il fallimento di Terra-Luna e della piattaforma FTX, dall’altro il cambio del meccanismo di consenso di Ethereum che permette di risparmiare il 99% dell’energia, il record assoluto del valore transato in stablecoin, e la forte crescita dei progetti verso il Web3: nonostante l’anno difficile delle crypto, che ha portato al cosiddetto cryptowinter, non rallentano i progetti blockchain di aziende e PA nel mondo.

Nel 2022 ne sono stati identificati 278, +13% rispetto ai 245 del 2021. In totale sono state censite 2.033 iniziative a livello globale tra il 2016 e il 2022, 1.046 delle quali progetti già avviati (sperimentazioni o già in produzione).

Sono in calo i progetti Blockchain for business (67 iniziative nel 2022, -43% rispetto al 2021), che rimangono però la maggioranza del totale dei casi censiti in 7 anni a livello internazionale (568, 54% del totale). Sono in aumento, nonostante le difficoltà delle crypto, le applicazioni Internet of Value su criptovalute, stablecoin e CBDC per lo scambio di valore (100 iniziative nel 2022), che rappresentano il 28% del totale.

Mentre sono in forte crescita i progetti Decentralized web che più si avvicinano al paradigma Web3 (con 111 casi nel 2022, in aumento del +98%), con applicazioni decentralizzate (DApp) e molte iniziative legate agli NFT.

Osservatorio PoliMi

Guardando al contesto italiano, il 2022 ha visto un deciso aumento dei progetti blockchain aziendali. Gli investimenti hanno raggiunto i 42 milioni di euro, +50% rispetto al 2021. Nel 33% dei casi sono legati al settore finanziario e assicurativo, nel 23% legati al retail e alla moda, principale novità del 2022. Ma si segnalano anche il settore automobilistico e della pubblica amministrazione, rispettivamente il 10% e il 7% del mercato. Aumenta anche l’interesse degli italiani per le cryptovalute e i token: più di 7 milioni li hanno già acquistati e altri 7 milioni dichiarano di essere interessati a farlo in futuro.

Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi nel corso del convegno dal titolo “Blockchain & Web3: time to build”.

Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger
Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger

Il 2022 è stato un anno di estremi per il mondo Blockchain. Assieme allo scoppio drammatico di alcune bolle e a un deprezzamento prolungato di tutti i crypto-asset, il cosiddetto cryptowinter, si è compiuto il consolidamento del lavoro di sviluppo iniziato anni fa, a dimostrazione di una vitalità tecnica e di un pragmatismo ingegneristico senza precedenti.

Oggi, le aziende stanno sfruttando il momento per concentrarsi sulla sperimentazione di progetti Web3, lontane dal clamore mediatico e dalle meccaniche più speculative. Il mondo Blockchain sta accedendo a una nuova fase: finito l’hype, è iniziato il tempo di costruire”, spiega Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger.

Francesco Bruschi, Direttore dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger
Francesco Bruschi, Direttore dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger

Il 2022 è stato caratterizzato da un notevole sviluppo delle piattaforme Blockchain con particolare attenzione all’aumento della scalabilità e alla riduzione del consumo energetico. Ethereum si è modificato, riducendo il consumo nel processo di validazione. BNB Chain, la principale Blockchain per numero di DApp e utenti attivi, ha creato un vero e proprio standard operativo basato su soluzioni con fee basse, ma meno  decentralizzate, e promuovendo lo sviluppo di DApp spesso copiate da altre piattaforme, finanziando ingentemente gli sviluppatori.

Tra le applicazioni più interessanti si segnala l’introduzione da parte di piattaforme ‘classiche’ come Instagram di token nei propri mondi e i crypto-asset sono diventati un’alternativa agli strumenti principali di supporto economico all’Ucraina, consentendo di raccogliere decine di milioni di dollari da piccoli donatori in tutto il mondo”, afferma Francesco Bruschi, Direttore dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger.

Internet of Value

Le applicazioni Internet of Value (IoV) riguardano l’utilizzo di criptovalute, stablecoin e CBDC per lo scambio di valore. Queste soluzioni sono in fase di maturazione e sono in cerca di legittimazione.

Il collasso dell’ecosistema Terra-Luna e il fallimento dell’exchange FTX, avvenuti nell’anno appena trascorso, hanno messo a dura prova la fiducia di aziende e consumatori, contribuendo al crollo del mercato delle criptovalute con un impatto negativo sulle aziende del settore, che però continuano a esplorare questo settore.

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Le valute digitali sono anche al centro delle sperimentazioni di Governi e banche centrali che guardano alle CBDC: 59 delle 100 principali banche al mondo hanno attivato almeno un progetto legato all’utilizzo di stablecoin, CBDC oppure a servizi di custodia e di investimento in criptovalute.

Il Digital Euro è a metà della fase investigativa iniziata nell’ottobre 2021: la strada per la creazione di una forma digitale di moneta, legalmente riconosciuta e utilizzabile su piattaforme blockchain (criptovalute, stablecoin o CBDC), è ancora all’inizio e rimane incertezza su quali saranno gli strumenti che per primi riceveranno la legittimazione necessaria per essere utilizzati dalle aziende nel Web3. In questo scenario, la regolamentazione giocherà un ruolo cruciale.

Blockchain for business

Un secondo ambito di applicazione è quello dei progetti in cui i processi di business tradizionali vengono replicati utilizzando tecnologie blockchain.

Le aziende che sviluppano questi progetti perseguono obiettivi di efficientamento dei processi esistenti, utilizzando le tecnologie blockchain per semplificare l’accesso e la condivisione dei dati (nel 56% dei casi), per garantire la trasparenza e l’immutabilità delle informazioni (38%) o per realizzare processi affidabili attraverso gli smart contract (6%).

Il momento di difficoltà di questi progetti, proseguito nel 2022, non è sintomo del fallimento di una tecnologia, ma piuttosto della complessità di progetti di ecosistema ampi, sottolinea l’Osservatorio.

Decentralized web

Questi progetti sono cresciuti molto nel 2022, anche grazie al forte hype che si è sviluppato nel 2021 sugli NFT, soprattutto con la creazione di digital collectible.

Sempre più spesso le aziende provano a costruire intorno agli NFT delle strategie di business che includano anche l’accesso a servizi esclusivi o esperienze nel metaverso. In particolare, molti attori nel business della moda e del lusso hanno avviato progetti di emissione di asset, sia “phygital”, sia puramente digitali, costruendo nuove strategie di business intorno agli NFT.

Anche le applicazioni decentralizzate hanno proseguito la loro evoluzione. In particolare, le DAO e i sistemi di governance distribuita su blockchain hanno attirato l’attenzione di aziende tradizionali, ad oggi però, questi modelli decisionali partecipativi e decentralizzati sono utilizzati quasi esclusivamente dalle DApp più mature, come quelle del mondo DeFi.

Le crypto in Italia

Sono 14 milioni gli italiani che hanno già acquistato criptovalute o token, o che dichiarano di essere interessati a farlo in futuro.

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Il metodo più usato per entrare in possesso di questi strumenti sono gli exchange di criptovalute (40%), seguiti da ATM di criptovalute (19%) e servizi di wallet che permettono l’acquisto diretto (18%).

Il 52% degli italiani ha utilizzato sistemi indiretti tramite servizi di trading finanziari tradizionali e la propria applicazione bancaria. Gli exchange di criptovalute sono anche il metodo di custodia preferito da oltre la metà degli italiani, che però utilizzano diffusamente anche non custodial wallet. I 3 exchange più utilizzati sono Coinbase, Crypto.com e Binance.

Numeri, inferiori, invece, per gli NFT: il 9% degli italiani dichiara di averli acquistati e il 14% intende acquistarne in futuro. Gli NFT preferiti dagli italiani sono quelli collegati a opere d’arte digitali, avatar e collectible.

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