Intelligenza accessibile ovunque, report sempre aggiornati e facilmente navigabili, questo l’impegno di Cognos
Basta con i dati statici, inefficaci nell’indirizzare le strategie aziendali.
Occorre che le imprese, ormai proiettate in contesti competitivi sempre più
dinamici, si dotino di strumenti che, in tempo reale, siano in grado di fotografare
la situazione del business, suggerendo le possibili alternative da intraprendere.
«Quello della Business intelligence è un mercato maturo, ormai
parte a pieno titolo del Corporate performance management – esordisce Ad
Voogt, president di Cognos Europe -. Dopo un’ondata di investimenti,
legata all’adeguamento degli Erp all’ormai famigerato Anno 2000,
oggi assistiamo a un consolidamento del settore. Le aziende hanno imparato che
la loro competitività è legata a doppio filo alla comprensione
dei numeri e alla loro traduzione in strategie di business».
Il Cpm, del quale tanto si sente parlare in questo periodo, ha una triplice
anima, che fonde Bi (ovvero una fotografia del passato), pianificazione (ovvero
un’ipotesi del futuro) e cruscotti (che effettuano una comparazione automatica,
sfruttando indicatori di performance e scorecard, tra presente e passato). «Questi
approcci – prosegue il manager – vanno affrontati non più dal
punto di vista tecnologico, quanto piuttosto sotto il profilo dei processi aziendali.
Un cambio di visione è fondamentale per rimediare agli errori del passato,
ovvero troppo tempo, troppe risorse, troppi soldi spesi per progetti dai ritorni
incerti. Ecco perché noi abbiamo deciso di mettere il cliente in condizione
di “toccare con mano” la nostra offerta. Abbiamo, infatti, aperto
un innovation center a Stoccolma, focalizzato sulla soluzione dei problemi specifici
dei nostri utenti, distinti per mercati verticali. Qui, i prospect potranno
sperimentare concretamente i benefici di un approccio alla gestione delle performance
applicato alle criticità della propria impresa». Criticità
che, sul fronte dell’adozione delle tecnologie Cpm, secondo il manager
sono legate alla mancanza di obiettivi chiari, alla difficoltà di identificare
le giuste metriche e all’insufficiente partecipazione del personale alle
strategie aziendali. «Inoltre – prosegue Voogt – troppo spesso mancano
i presupposti dell’adozione del Cpm, perché i dati sono sparpagliati,
replicati e solo raramente le aziende si dotano di idonei strumenti di Etl e
data mining. Ma un aiuto concreto alla soluzione di questi problemi viene, sempre
più, dalle architetture di servizi».
Tecnologie modulari
Secondo il manager, le Soa hanno avuto un impatto profondo sulle tecnologie
di intelligenza diffusa: «Noi stessi, quattro anni fa, abbiamo ridisegnato
la nostra piattaforma, per renderla modulare – puntualizza il manager -.
Oggi, tutti i suoi componenti sono fruibili singolarmente. Analisi Olap,
scorecarding e alerting hanno, però, tutti un fondamento tecnologico
comune». Tutto questo dovrebbe spingere la diffusione degli strumenti
di valutazione delle performance aziendali che dovranno necessariamente, in
futuro, essere più pervasivi. Per sua natura, infatti, il Cpm richiede
il coinvolgimento diretto di tutte le linee dell’organigramma aziendale.«Un
esempio è il nostro componente Go! Mobile – conclude Voogt -, che
riusciremo a introdurre con rapidità sul mercato, nel corso del prossimo
anno, proprio sfruttando questa foundation comune a tutta la nostra offerta».
Con Cognos 8 Go! Mobile, gli utenti potranno accedere alla Bi in remoto, senza
che si renda necessario sviluppare un ambiente mobile “ad hoc”,
avendo a disposizione analisi o report sempre aggiornati e facilmente navigabili.





