Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici ha elaborato un algoritmo per misurare l’innovazione sul Pil
Vince la Gran Bretagna con un coefficiente di 0,985, seguita da Spagna, Germania, Francia e Italia che si ferma a quota 0,748. Sono i risultati del Cronometro dello Sviluppo elaborato da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici che ha elaborato un algoritmo per misurare l’impatto di una serie di indicatori d’innovazione sul Pil.
La novità sta nel fatto che si tratta di un sistema di equazioni a 13 variabili (Laureati sulla popolazione; laureati in materie scientifiche; spesa Ict in % sul Pil; spesa in R&S in % sul Pil; numero di brevetti, valore aggiunto dei Servizi; Bilancia dei pagamenti dei Servizi; % di occupati a tempo indeterminato; tasso di occupazione; spesa pubblica in beni e servizi intermedi; produttività multifattore; Pil per ora lavorata; contributo dell’input dei servizi alla crescita) che consente di valutare il peso sul Pil di questi indicatori presi nel loro insieme. La funzione, costruita sulla base di dati Ocse ed Eurostat riferiti all’Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, negli anni 1990-2005, produce dei coefficienti che possiamo identificare con la velocità che il sistema dell’innovazione imprime all’incremento del Pil.
Il risultato è che l’Italia è in ritardo del 24% sul Regno Unito, del 18% sulla Spagna, del 17% sulla Germania e del 10% sulla Francia. In altri termini per ogni punto percentuale di Pil prodotto quello italiano contiene in media il 20% in meno di innovazione. Istruzione, ricerca e sviluppo rispetto ai principali Paesi europei.





