Operativi e organizzatori. Nelle Pmi, i responsabili dei sistemi informativi agiscono a 360°: in questo modo possono sviluppare una governance completa e migliorare i processi
Un consorzio e una cooperativa: la mantovana Virgilio, attiva nel settore lattiero caseario e della macellazione (360 milioni di euro di fatturato), e la bolognese Coop Costruzioni, che realizza opere nel settore edile e infrastrutturale (giro d’affari di 150 milioni di euro). In entrambe, i responsabili dei sistemi informativi devono misurarsi con duecento utenti informatici.
«La struttura It – spiega Paolo Malavolta, It manager di Virgilio, coadiuvato nel suo lavoro da tre persone – è composta da circa 170 pc e da una quindicina di server, undici dei quali a Mantova e i restanti localizzati, per dare supporto ai dipartimentali dei vari stabilimenti della società, tutti interfacciati e in grado di consolidare i dati sulla sede». L’introduzione della normativa sulla tracciabilità dei prodotti alimentari ha fornito, comunque, una marcia in più agli investimenti sul fronte It, che Malavolta intende cogliere per potenziare la centralizzazione dell’infrastruttura, che ha visto la recente introduzione di una San sul fronte storage. «C’è sempre da migliorare e andare avanti», commenta Malavolta che mette in pratica questa filosofia pensando, per il 2008, alla virtualizzazione e all’introduzione del document management o al cambiamento del gestionale in uso con una nuova piattaforma. «Si tratta del nostro tallone d’Achille – prosegue -. Nonostante le implementazioni fatte negli anni, la produzione e la contabilità industriale non sono coperte. Abbiamo, quindi, deciso di cambiare, anche se il passaggio a un vero e proprio Erp è rimandato di qualche anno». Nella scelta delle mosse da compiere, Malavolta, preferisce scendere direttamente sul campo e coinvolgere le persone. «Gli utenti devono essere motivati, solo così possono capire che le procedure permettono il miglioramento dei processi. Per meglio rendermi conto delle esigenze effettive, anche in prospettiva di adeguare la realtà aziendale a quanto disponibile sul mercato, gli uomini It devono andare nei reparti, sulle linee e negli uffici periferici».
Ha un ruolo fortemente operativo (ma al contempo organizzativo) anche Valter Brugiolo, responsabile dei sistemi informativi di Coop Costruzioni, coadiuvato da un collega, dedicato all’amministrazione di rete e dei sistemi. «È chiaro che, essendo solamente in due a gestire 200 utenti informatici, 200 postazioni di telefonia fissa, linee dati, posta, sicurezza, rete, il Ced, il sito, l’assistenza e gli acquisiti – dice Brugiolo -, il lavoro è a 360°. Logicamente, determinate funzioni sono state delegate all’esterno, come per esempio la programmazione software. È una scelta che ci permette di mantenere il costo dei sistemi informativi, tutto incluso, allo 0,5% del fatturato». E se le decisioni di investimento, per Brugiolo, solitamente, seguono la canonica strada del budget, «sul quale purtroppo mi misuro esclusivamente con il mio diretto superiore, il responsabile risorse umane e organizzazione», o quella degli «avvenimenti contingenti urgenti», il fatto di doversi occupare di acquisti It tradizionali non lo fa sentire sminuito nel suo ruolo, perché, indica, «avere un quadro che spazia dall’A alla Z mi permette di avere una governance completa dei sistemi informativi».
Anche Malavolta non si sente limitato dal doversi occupare dagli acquisti ordinari, «anzi, mi permettono un confronto con la direzione generale», con la quale l’It manager ha, fin dal suo arrivo in azienda, cinque anni fa, sviluppato una certa intesa. «Cerco di capire gli interessi e gli obiettivi del management – continua -. Allo stesso tempo, l’azienda ha sempre creduto negli investimenti sull’area e nella necessità di compiere un certo percorso». Dalla quarantina di postazioni di allora, infatti, il numero è più che quadruplicato, sono stati introdotti portatili in Vpn, palmari per scaricare la posta e così via e l’Edp, che fino al 2004 dipendeva dall’amministrazione, ora risponde alla direzione generale. Anche per Brugiolo si parla di buoni rapporti con la dirigenza, che, però, non riesce sempre a cogliere l’importanza dell’It. «L’errore che spesso le imprese compiono è di considerarla solo come un servizio e non come un elemento strategico», commenta. Una mano in questa direzione può venire dalla diffusione dell’informatica nella vita quotidiana. «La “banalizzazione” dei concetti It – indica Brugiolo – è, tra gli addetti ai lavori, sicuramente un modo per intendersi più velocemente. Bisogna, invece, avere la sensibilità di semplificare al massimo i termini e non dare per scontate determinate situazioni quando si dialoga con utenti e dirigenti non del settore».





