“Io con le Pmi ci lavoro e vi racconto che…”

Marco Iacovitti della Hmts di Roma parla di un mercato dove il cliente non sa nulla di It e si circonda di consulenti pericolosi

Le piccole e medie imprese le conosce, con loro ci lavora. E allora, stufo di leggere cose scritte da chi non si sporca le mani quotidianamente con il mercato, Marco Iacovitti della Hmts di Roma si mette alla tastiera manda una mail, una sorta di grido di dolore che trasuda passione per il proprio lavoro, ma anche un non poterne più per un mercato affollato di furbi e dove la cultura informatica è spesso un’espressione senza senso.


Dalla prima mail nasce una chiacchierata che vale molto di più di certi convegni e certe indagini.


33 anni, sette dei quali passati a lavorare per un’importante società del mondo It. Ma non è contento e allora scatta la voglia di provarci e con altri colleghi fonda Hmts per “portare i vantaggi di una struttura informatica organizzata nel mercato delle Pmi”. Scelta mai rinnegata, anche se quotidianamente Iacovitti si trova a combattere fra la mancanza di cultura informatica da parte dei clienti e la concorrenza del “faccio tutto io a poco prezzo”.


“Tutti i giorni mi scontro con una realtà fatta di aziende che vogliono sviluppare siti Internet senza neanche sapere a chi vogliono rivolgersi. Come quell’azienda da trent’anni sul mercato e un fatturato di 8-9 milioni di euro. Hanno un sito vecchio che non usano per comunicare con i clienti. Ma a chi volte rivolgervi, chiedo. A tutti è la risposta. Tutti chi? Ovviamente non hanno una statistica, un numero sugli accessi al sito”.


Per molti il firewall è un oggetto sconosciuto, se poi gli si rompe il server non hanno la minima idea di cosa fare. “Come quell’altra azienda che da un anno aveva il sistema di backup bloccato e nessuno se n’era accorto”.


Si combatte fra clienti che non sanno nulla di informatica e consulenti da fare accapponare la pelle.


“Società con quaranta pc. Mi contattano perché hanno trovato il nome della mia azienda su Google. Vogliono un ‘offerta per 12 pc perché quelli che hanno sono lentissimi. Gli chiedo se posso fargli una visita gratuita, giusto per dare un’occhiata perché la cosa non mi convince. E infatti il server era andato, la rete era cablata male e il consulente gli voleva fare cambiare i pc perché con 512 Mb di Ram non aprivano un file di Word da 40k”.


Iacovitti è un fiume in piena. “Società di consulenza. Decide di migrare a un gestionale in Asp (dove il software è utilizzato da remoto e tutto risiede sui server del fornitore non dell’azienda, ndr). Si tratta di un’azienda avanzata, io ci ho provato per tre anni a piazzare questi software ma nessuno voleva fare uscire gli archivi aziendali. Peccato che chi gli aveva venduto il gestionale si era dimenticato di aveva spiegato che non poteva utilizzarlo con la normale Adsl da un centinaio di euro al mese. Non sapeva cosa fosse la banda minima garantita e non aveva Sla (Service level agreement, i contratti che indicano le condizioni del servizio con gli obblighi per il fornitore)”. E poi c’è l’azienda senza backup che ha dovuto rifare a mano le fatture degli ultimi tre anni e il grossista che dalla contabilità a mano vuole passare all’online con la possibilità di fare gli ordini via Internet. Ma stava piazzando tutto su un unico server con il rischio di vedersi bloccare l’azienda di fronte al minimo problema.


Iacovitti ne ha per tutti. Con i vendor che quando vuoi quattro gestionali da vendere a clienti che li stanno aspetando ti chiedono 15.000 euro per iniziare a lavorare con loro, con le ricerche che parlano spesso di grandi aziende, con il linguaggio utilizzato anche dai giornalisti che non permette di capire di cosa si sta parlando.


“L’incapacità di valutare un possibile fornitore per lo sviluppo di un sito è – secondo lui – il punto fondamentale della stasi web delle piccole imprese italiane.
Serve più cultura, da parte di tutti e il tanto chiacchierato fare sistema non esiste”
.


“Ma cosa li fate a fare convegni, forum ed eventi sull’Ict se a questi partecipano solo aziende Ict?”.


Voltate basso è l’invocazione che arriva dalla sua “trincea” dove quando squilla il telefono sa che probabilmente dall’altra parte c’è qualcuno che non ha le idee chiare ( e cista anche visto che il commercialista o il negoziante si occupano di altro),, e che spesso ha avuto la “fortuna” di avere la consulenza dell’amico o del cugino che si “acchiappa” di informatica. Questo è il mercato.

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