Internet: del se e del come

La recente esperienza di Swg pone molti interrogativi, non sull’utilità di Internet come media di comunicazione, ma sulle modalità d’uso.

“Le aziende dedicano il 95% dei loro fondi marketing per parlare, ma ascoltano poco”.
La frase è di Paolo Guadagni, amministratore delegato di Digital Pr agenzia specializzata nella comunicazione che così commenta l’annuale indagine sulle chiacchiere in rete degli italiani.
Una marea di messaggi che passano tra forum, newsgroup e blog che destano ormai l’attenzione delle aziende più avvedute. Soltanto che si tratta di un terreno nuovo da esplorare con cautela dove la buccia di banana è lì pronta a farti scivolare.

Prendiamoli caso della Swg di Trieste, una società di sondaggi che in occasione delle ultime elezioni ha chiamato cinque blogger fra i più conosciuti per raccontare il dietro le quinte degli scrutini.
Il tutto però è naufragato fra commenti eccessivamente entusiastici dei blogger, che non si sono distinti per spirito critico, e il fallimento dei sondaggi che ha coinvolto anche la società triestina.

Un esperimento nato male e finito peggio che la dice lunga sui pericoli della rete terreno da trattare con cautela perché in men che non si di rischia di generare ritorni molto negativi per le aziende.

Non per questo però è possibile tralasciare un nuovo media come Internet.
Alfa Romeo ci ha provato coinvolgendo gli opinion leader di newsgroup e forum, Microsoft lo fa da tempo senza che questo abbia generato ritorni negativi.

Il problema dunque diventa non se comunicare in rete ma come comunicare sapendo che in rete anche ascoltare, una volta tanto, è fondamentale.

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