Innovazione come mezzo di sopravvivenza

Per continuare a fare business le aziende, grandi o piccole che siano, devono sviluppare progetti e nuove idee, anche con prospettive incerte

Da sempre, all’interno delle imprese, la gestione di progetti innovativi svolge un ruolo di primaria importanza nel sostegno al business. Senza innovazione, infatti, le aziende rischiano di essere travolte da una concorrenza sempre più agguerrita o di subire, in modo irreparabile, le conseguenze negative di un’economia indebolita.


Per continuare a operare al meglio sul mercato è, quindi, fondamentale affiancare alla gestione delle attività correnti e ai processi innovativi incrementali (quelli costituiti da ottimizzazioni lente ma continue), anche iniziative più radicali, ossia dal carattere fortemente progettuale. «Eppure – ha sottolineato Roberto Verganti, direttore dell’Alta Scuola Politecnica e ordinario di Gestione dell’Innovazione del Politecnico di Milano – gran parte delle imprese in Italia è di tipo "inerte", ossia non solo non ha realizzato innovazioni di punta, ma non ha neppure visione di quelle future». I vantaggi offerti dall’intraprendenza progettuale sarebbero, invece, molteplici. «Le attività innovative sono, infatti, fondamentali per il posizionamento strategico aziendale – ha proseguito Verganti -. È in questo modo che le imprese, oltre a creare il brand, hanno l’opportunità di definire per prime gli standard di mercato, fidelizzando i clienti e controllando al meglio i canali di distribuzione e delle risorse. Attraverso i progetti innovativi le aziende possono, infatti, fissare le regole del gioco».


A fronte di tutti questi vantaggi, la lista delle obiezioni è spesso lunga e convincente. «La maggior parte delle imprese – ha sottolineato Verganti – è convinta che innovare sia rischioso e costoso, che richieda nuove competenze e che possa addirittura cannibalizzare l’offerta. Altri, invece, pensano di avere ancora margini di miglioramento, di lavorare in un settore già maturo oppure di essere al sicuro all’interno di una nicchia protetta. La verità è che oggi non esistono segmenti di mercato senza spinte competitive. La ricerca costa? La domanda in realtà è: quanto costa alla stessa sopravvivenza aziendale non farla? Il contesto, infatti, evolve e se le imprese non si aggiornano, non potranno che perdere presa sul mercato. Si cannibalizza l’offerta? In realtà se non lo si fa in prima persona, lo farà qualcun altro».


Un "laboratorio" diffuso


Per innovare all’interno delle imprese, soprattutto di dimensioni medio-piccole, è fondamentale disporre di un "laboratorio" diffuso all’interno e all’esterno dell’organizzazione.


«I progetti – ha continuato Verganti – devono riguardare tutta l’azienda e devono essere sviluppati in rete con attori terzi come clienti esigenti, fornitori avanzati, studi di progettazione e università. Un ruolo centrale è, chiaramente, svolto dall’imprenditore, che deve aprire l’impresa al confronto, interpretare i segnali e sviluppare una visione, ma soprattutto promuovere la cultura della gestione dei progetti e della sperimentazione, delegando e osando».

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