Dopo le ultime due edizioni di Roma, Idc sposta a Milano l’Innovation forum 2008 “Orizzonte 2015” «per due motivi principali – ci spiega Antonio Romano, direttore generale per l’Italia e la regione Iberica di Idc Emea -. Uno è il discorso Expo 2015, pe …
Dopo le ultime due edizioni di Roma, Idc sposta a Milano l’Innovation forum 2008 “Orizzonte 2015” «per due motivi principali – ci spiega Antonio Romano, direttore generale per l’Italia e la regione Iberica di Idc Emea -. Uno è il discorso Expo 2015, per il quale a fine marzo si saprà se Milano è stata scelta, la cui candidatura sta raccogliendo un supporto bipartisan, in quanto se vincesse si metterebbe in moto un ecosistema di iniziative che potrebbe fare da traino a tutto il Sistema Paese. Il secondo punto, indipendentemente dalle traversie dei nostri governanti, riguarda il progetto Industria 2015, definito dal ministro Luigi Bersani, il cui obiettivo è di veicolare l’innovazione del sistema spingendo su mobilità, energia, beni culturali, biotecnologie, made in Italy».
L’Innovation forum di Idc, che si terrà dal 12 al 15 marzo prossimi (ingresso gratuito, www.idc.com/italy), si articola su due punti. Il primo è dato dalla presenza di personaggi di spicco, tra i quali, nella giornata introduttiva, l’economista francese Jaques Attalì, presidente della Commissione per la liberazione della crescita francese, «che esporrà le linee guida definite in Francia e come queste si possono declinare in maniera pratica e tangibile a livello europeo, che sarà affiancato dai nostri massimi rappresentanti regionali e delle istituzioni politiche. Gli interventi dei partecipanti, saranno pungolati da Roberto Masiero, presidente Idc Emea e dall’economista Giacomo Vaciago, che definiranno l’ambito rispetto al quale si svilupperanno i contenuti delle giornate successive. Secondo punto: per ognuna di queste filiere sono previsti panel di discussione su sanità elettronica, cultura digitale, infomobilità e città digitali, che vedranno la partecipazione degli esponenti dei vari settori e che daranno le linee guida, pratiche, politiche e strategiche. Tutto questo verrà ripreso dalle sessioni parallele che andranno più in profondità, affrontando come in ognuna di queste filiere si deve declinare la parola innovazione in ottica 2015».
Quattro sono le priorità che si propone l’evento di Idc.
Liberare lo sviluppo: quindi, analizzare come l’industria Ict può svolgere un ruolo fondamentale per mobilitare le risorse del Sistema Paese; collegare ricerca e innovazione, sistema pubblico e privato; focalizzare gli investimenti sulle filiere chiave in un contesto made in Italy; stabilità di lungo termine, quindi, creare una progettualità indipendente e impermeabile ai cambiamenti in contesti economici e politici.
«Il terzo punto è particolarmente importante, – osserva Romano – perché se analizziamo la storia dell’economia del nostro paese degli ultimi 10 anni, vediamo che l’Italia si focalizza sempre più sul made in Italy volto a dare prodotti e servizi di qualità. Noi, infatti, rispetto ad altre regioni del mondo che hanno una filosofia di mass market e, quindi, sono capaci di produrre grandi volumi con una certa qualità, produciamo poco ma con grande qualità. Questo deve essere un volano per tutti i discorsi. E un concetto chiave è declinare l’Ict, prima reputato un settore economico indipendente, come in realtà un settore economico a supporto e servizio di tutti i settori. Se venisse percepito in questo modo, a partire dalla stessa Pa centrale, cambierebbe la prospettiva e il paradigma e diventerebbe un incentivo per lo sviluppo, che faccia da traino a questo settore. Infatti, quando il mercato Ict si rivolge alla Pa per chiedere aiuto, il messaggio che deve passare è che non chiede aiuto per risolvere sue esigenze strutturali, ma per generare valore aggiunto al Sistema, a supporto dello sviluppo del paese».





