Al via i primi tre bandi del progetto. L’opinione di Alberto Piantoni, A.D. di Bialetti e project leader per le tecnologie per il made in Italy
A marzo partiranno i primi tre bandi – Energia, mobilità sostenibile e made in Italy- del progetto Industria 2015, per il rilancio del made in Italy utilizzando e valorizzando l’innovazione tecnologica. Un progetto partito dal basso, favorendo il dialogo tra istituzioni, piccole e medie aziende e territorio. “Ero molto preoccupato quando il ministro dello Sviluppo economico Bersani mi affidò l’incarico” dice Alberto Piantoni, amministratore delegato di Bialetti Industrie Spa e Project leader Progetto Industria 2015 per quanto riguarda le tecnologie per il made in Italy.
“La prima sorpresa però è arrivata dai ragazzi dei ministeri, che forse per la loro giovane età, hanno lavorato in modo sinergico e a ritmi serrati. Tant’è che in 4-5 mesi abbiamo elaborato un progetto di politica industriale italiana partendo dalle esigenze delle aziende, specialmente le pmi. Quello che ne è uscito è un nuovo modello di business generato dalla passione imprenditoriale delle medie aziende ma soprattutto del microcosmo delle piccole imprese e degli artigiani. Abbiamo analizzato i problemi che le Pmi hanno, primo tra tutti le difficoltà di subfornitura tra medie e piccole”.
Piantoni ha individuato, oltre alla difficoltà di fare filiera, quella di accedere, da parte delle piccole realtà, ai centri di ricerca. Un ostacolo che impedisce di compiere il primo passo verso l’innovazione. Continua Piantoni: “Senza innovazione e tecnologia le piccole aziende non riescono ad analizzare i mercati e a creare un know how distintivo, né tanto meno ad organizzarsi efficacemente sia a livello di rete distributiva che logistica”. L’accento viene posto anche a sull’importanza del capitale umano, che va formato in modo mirato alle esigenze dell’azienda. Per fare questo serve una visione unitaria della filiera e del made in Italy, coordinando tutti gli attori coinvolti.
L’ad di Bialetti sottolinea inoltre come ogni prodotto italiano abbia un grande contenuto tecnologico, che però non viene evidenziato. È quell’ “Italy Inside”, ben diverso dal made in Italy. “Dobbiamo avere la forza di promuovere questo contenuto tecnologico, anche favorendo il dialogo tra università e imprese”, sottolinea portando ad esempio il “Kilometro rosso”, il centro tecnologico nei pressi di Bergamo. L’obiettivo di tutto ciò è il posizionamento del prodotto. Tecnologia, gestione dei mercati, coordinamento di filiera, sono elementi finalizzati a posizionare il prodotto, il marchio in una nicchia di mercato di fascia alta.
Il progetto Industria 2015 è stato steso in poco più di quattro mesi, il 14 febbraio il ministro Bersani ha ottenuto l’approvazione del programma nella conferenza Stato-Regioni. Entro fine marzo verranno emessi i primi bandi di gara. Moda, casa, alimentare, meccanica, sono i comparti toccati dal progetto. “Per la prima volta le Regioni si sono lanciate subito nel progetto” dice Piantoni. “Rilanciare un nuovo modello di business, basato sulla tecnologia potrebbe essere l’inizio di un nuovo Rinascimento. È necessario però impostare un discorso unico, basato su un dialogo continuo con le piccole imprese, che devono conoscere dall’inizio il proprio ruolo nei progetti. Non piccoli progetti ma piani di investimento di 10-20 milioni di euro, la cui riuscita deve essere raccontata dagli stessi imprenditori”.
Di ogni azienda candidata alla partecipazione ai progetti verrà studiata la storia e le potenzialità che tale realtà potrebbe avere nello sviluppo della competitività del Sistema Paese. Il dialogo con le Regioni e i ministeri rimane per Piantoni un tassello fondamentale: devono essere proprio loro a iniziare ad acquistare i prodotti italiani ad alto contenuto tecnologico.
Attenzione anche ai distretti industriali: da salvare quelli in grado di far uscire dai confini i propri prodotti per metterli al servizio degli altri distretti. La convergenza quindi a 360 gradi, sia delle singole realtà, sia delle associazioni di imprese -Confartigianato, Cna, Api.
Conclude Piantoni: “Questa è la strada per riuscire a fare un marketing efficace, unitario, dei valori del made in Italy-rispetto delle persone e dell’ambiente- indipendentemente dalle bandiere o dalla congiuntura politica. Quello che conta è portare avanti progetti come Industria 2015, il primo vero programma italiano di politica industriale”.





