Il mercato italiano delle telecomunicazioni torna a muoversi. Secondo fonti vicine alle trattative citate da Reuters, CK Hutchison Holdings — il colosso di Hong Kong proprietario di Wind Tre — e il gruppo francese Iliad stanno discutendo un’ipotesi di fusione delle rispettive attività italiane, in quello che potrebbe essere il passo più rilevante verso la concentrazione del settore negli ultimi dieci anni.
Possibile fusione iliad e Wind Tre: verso un mercato a tre operatori
Le discussioni, ancora in fase preliminare, prevedono la possibile creazione di una joint venture o, in alternativa, un’acquisizione diretta di Iliad Italia da parte di Wind Tre. L’operazione ridurrebbe il numero degli operatori mobili in Italia da quattro a tre, affiancando ai nuovi partner i colossi Telecom Italia (TIM) e Fastweb+Vodafone.
Si tratterebbe di una svolta per uno dei mercati più competitivi e frammentati d’Europa, storicamente caratterizzato da margini ridotti e da un’elevata pressione sui prezzi.
Secondo i dati dell’AgCom, Wind Tre detiene attualmente circa il 24% del mercato mobile, mentre Iliad si colloca al quarto posto con una quota di quasi 11%. Un’eventuale unione porterebbe a un operatore con oltre un terzo del mercato, ridisegnando completamente gli equilibri concorrenziali.
Le ipotesi sul tavolo per l’operazione iliad – Wind Tre
Una delle opzioni discusse, riferisce una delle fonti, prevederebbe che Wind Tre acquisti le attività italiane di Iliad, compensando l’operazione con una quota azionaria nel futuro veicolo europeo che CK Hutchison sta preparando per quotare le proprie attività di telecomunicazioni.
Già a marzo 2025, il gruppo di Hong Kong aveva avviato i preparativi per una spin-off del business globale delle telco, stimato tra 10 e 15 miliardi di sterline.
Un’altra ipotesi sarebbe la creazione di una società congiunta, con valutazione autonoma delle attività italiane di Iliad superiore ai 3 miliardi di euro. In entrambi i casi, la fusione porterebbe benefici significativi in termini di sinergie operative, riduzione dei costi e ottimizzazione degli investimenti infrastrutturali in 5G e fibra.
Vincoli regolatori e tempi lunghi
Nonostante le potenzialità economiche, l’accordo incontrerebbe ostacoli sul piano regolatorio. Quando nel 2016 la Commissione Europea autorizzò la fusione tra 3 Italia e Wind, impose come condizione l’ingresso di un nuovo operatore indipendente: nacque così Iliad Italia nel 2018.
Quella decisione includeva una clausola che impedisce a Wind Tre di acquisire Iliad fino almeno al 2026, rendendo quindi improbabile una chiusura formale dell’accordo prima di quella data.
Eventuali negoziazioni anticipate servirebbero dunque a definire le linee strategiche e i rapporti di forza in vista di un mercato che, nel giro di pochi anni, potrebbe passare da quattro a tre protagonisti principali.
Impatto sul mercato e sugli operatori
La sola notizia delle trattative ha già avuto un effetto tangibile in Borsa: le azioni di Telecom Italia sono salite del 5,8% dopo la diffusione del report di Reuters, segno delle aspettative positive su una possibile riduzione della pressione competitiva nel settore.
Per CK Hutchison, il comparto delle telecomunicazioni rappresenta un quarto dell’utile operativo di gruppo, con Italia e Regno Unito come mercati chiave in Europa. Iliad, dal canto suo, aveva stimato nel 2023 il valore delle proprie attività italiane in 4,45 miliardi di euro, considerando debito e sinergie post-fusione.
Dopo il fallimento dei precedenti tentativi di consolidamento — prima con Vodafone Italia, poi con Telecom Italia — il gruppo francese guidato da Xavier Niel sembra ora più aperto a una strategia di alleanze industriali, in linea con la progressiva concentrazione del settore europeo delle telco.
Un riassetto strategico inevitabile
Il mercato italiano delle telecomunicazioni, tra i più saturi d’Europa, soffre da anni di margini compressi e investimenti sempre più onerosi in reti 5G e infrastrutture broadband. La prospettiva di un consolidamento, anche se soggetta a vincoli regolatori, appare quasi inevitabile per garantire sostenibilità economica e continuità industriale.
Come ha osservato un analista di ZK Research, “il futuro del mercato europeo dipenderà dalla capacità di ridurre la frammentazione e di creare operatori in grado di sostenere l’innovazione su scala continentale”.
Per Iliad e CK Hutchison, l’eventuale fusione rappresenterebbe non solo una mossa tattica sul piano italiano, ma un tassello della più ampia ridefinizione del panorama telco europeo.






