L’indagine Ocse assegna la leadership all’Islanda, ma il Paese asiatico permette di dare uno sguardo sul futuro
L’Islanda sarà anche il primo Paese al mondo per il broadband, ma
probabilmente è la Corea del Sud il luogo da osservare per capire come potrà
cambiare la nostra vita quotidiana con l’Internet superveloce. Benjamin Joffe,
consulente per Internet e il mondo mobile, rcconta sulle pagine di
journaldunet.com come si vive in un Paese dove per 25 euro al mese si hanno
cento Mb al secondo e in giro si trovano oltre ventimila Internet café dove con
un euro l’ora si può fare di tutto con la rete. Tutto questo in un Paese dove il
70% della popolazione è connesso alla Rete e il 90% dei telefoni portatili sono
3G.
Che si tratti di corsi on line
(inglese, contabilità, yoga) viaggi (acquistare un pacchetto turistico o
noleggiare un’automobile) o di operazioni legate alla vita quotidiana (home
banking o la richiesta di certificati) la Corea ha la funzione di pioniere per
una vasta gamma di servizi. Fra i tanti, fra i quali spicca Melon un servizio di
musica per cellulari e pc, Joffe preferisce concentrare la sua attenzione su
quelli che chiama blog 3.0 e il citizen journalism nella versione 2.0.
I blog sono ormai parte integrante della
vita dei coreani
. Se in Italia, dove i numeri sono in forte crescita stiamo parlando ancora di un fenomeno limitato, nel Paese asiatico ci sono 15 milioni di blog su una popolazione di 48 milioni di persone. Il 90% dei blogger sono giovani fra i venti e i trent’anni e ciò che scrivono vale circa quattro miliardi di pagine viste la settimana.
E dal Web il blog è passato anche sul mobile dove c’è già più di un milione di utilizzatori che genera un Arpu (il ricavo medio per utente) apprezzabile.
Il citizen journalism è
invece quello di Ohmynews, un sito dove tutti possono scrivere
(ricevendo anche un compenso) che viaggia alla media di seicentomila visite
quotidiane. Un successo che permette al giornale online nato sei anni
fa e che oggi ha oltre quarantamila collaboratori di ricevere anche un
finanziamento da parte di Softbank di 11 milioni di dollari per aiutarne lo
sviluppo locale e internazionale.
Nel laboratorio coreano
, dove il digital divide è parola sconosciuta è normale avere più blog che parlano di differenti argomenti e si rivolgono a diversi gruppi di amici, ma anche utilizzare i siti per incontri online senza che la cosa venga vista con un po’ di stupore come succede ancora in altri Paesi.
Ma i
coreani non sono ancora soddisfatti e si apprestano a lanciare il Wibro, una
sorta di WiMax mobile.





