3Dprint è una espressione molto in voga, in pieno hype ma con molte promesse. Disintermedia la manifattura e modifica la morale.
Piantiamola di usare termini sbagliati: la stampante 3D non stampa, quindi chiamiamola in un altro modo. In un romanzo di fantascienza di prossima pubblicazione gli autori, benché italiani, propongono builder, costruttore; è forse preferibile chiamarla produttrice, definendo l’insieme produzione da tavolo se il dispositivo sta sul tavolo.
Chi dice che la produzione da tavolo risolve problemi, sbaglia. La manualità viene demandata ad una elettromeccanica, ma la competenza teorica no, né si risolve il problema della produzione dei materiali di base. Forse che tutti sanno scrivere software? Anche lì l’esperienza viene codificata e resa disponibile.
Questi dispositivi avranno una diffusione magari percentualmente piccola, ma sono destinati a modificare seinsibilmente etica e morale. In questo articolo esploriamo il confine etico di alcuni aspetti nuovi, interessanti e divertenti: omoshiroi, si dice in giapponese, con una sola parola laddove a noi ne servono due.
Un mercato esplosivo
I problemi morali ed etici ci sono: d’altronde un martello pianta chiodi o spacca teste?
Alcune sono in effetti minacce dirette.
La prima ad essere segnalata fu la produzione di coperchi per skimmer da Bancomat identici ai pannelli originari ma che ovviamente rubavano i dati di accesso.
Più recentemente si è passati alle armi da fuoco: sono stati messi in Rete gli schemi per realizzare delle armi che, una volta assemblate, hanno effettivamente esploso un numero limitato di colpi (le cronache dicono sei) prima di essere distrutti dalle forze in gioco. Apparentemente gli schemi sono stati ritirati dai principali siti di diffusione di questi progetti, ma certamente chi deve averli li ha, li scambia e li migliora.
Musica per gli occhi
Le nuove tecnologie inventano nuove forme di arte ed artigianato. Molti strumenti musicali vengono ora prodotti con la nuova tecnologia, compresi violini ed organi. Si sta cercando di stampare dischi fonografici: i risultati non sono ancora buoni, ma visto il prepotente ritorno del vinile degli ultimi anni c’è tutto un settore pronto ad investire.
Se strumenti e dischi esistevano già, così non è per la resa tridimensionale dell’inviluppo di una canzone. La stessa cosa si può fare con parole, frasi e motti. Già vedo inesplorate frontiere di musiche famose, colonne sonore, frasi celebri immortalate per sempre nell’Abs colorato. Il primo vagito del vostro bambino?
Organi e digital divide
Alcune cose di frontiera sono molto, molto affascinanti. Si possono sviluppare anche organi umani. Certo per ora siamo in fase di ricerca e comunque costeranno molto. Ma sono ad esempio già pronte diverse tecniche per la costruzione di sacchetti, vasi, supporti per innestare staminali.
Attenzione: sono produzioni che nel mondo occidentale saranno controllate, ma magari altrove no. Il digital divide incalza.
Dolcetto scherzetto
Più complessa è la produzione di sostanze commestibili. Certo fa sorridere la stampa di pessimi biscotti o la decorazione di torte con zucchero o cioccolata, da sempre fatte con siringhe che ricordano gli ugelli della produzione da tavolo, se non direttamente la produzione dell’intera torta, usando come materiale di base lo stesso impasto. Il problema del gusto passa rapidamente in secondo piano se pensiamo che mischiare componenti trangugiabili porta direttamente alla produzione di medicine, una operazione oggi sotterraneamente in fase di sperimentazione e alla portata di chiunque abbia accesso ai materiali di base.
Grey’s Anatomy
Ma attenzione, perché esistono molti dati 3D attualmente sottoutilizzati. Il classico esempio è medico: le risonanze magnetiche, le Tac. Gli esempi di applicazione sono molti, e molto interessanti. Stampando tumori, masse da rimuovere, organi non perfettamente in ordine, i chirurghi possono studiare come approcciare operazioni molto difficili prima ancora di aprire il paziente. Sono cose che oggi già si fanno, ma con visualizzazioni più complesse e che non possono essere prese in mano.
Insomma i casi sono molti. Ma in Giappone, già un annetto fa, annunciarono una cosa ancora più bella. Una opportuna scansione ed ecco che alle future mamme vien data non una illeggibile ecografia, ma un bambolotto stampato che riproduce esattamente il bimbo in formazione. I moralisti di tutto il mondo hanno lanciato l’anatema.
In realtà anche qui il problema morale viene solo spostato. Che differenza c’è con la foto dell’ecografia? Da quando c’è, le mamme la mostrano agli amici e tutti si commuovono; da quando ci sono i social network le ecografie (o i filmini) vengono postati. Adesso c’è la versione fisica. La mamma, prima ancora di nascere, stampa al suo interno ovuli tridimensionali che stamperanno figli tridimensionali.
Oggi possiamo avere anche un pupazzetto che rappresenta gli stadi intermedi della sua crescita dentro. E magari immortalare in tre dimensioni il suo primo vagito.





