Dai data center ai backup zero trust: IMAB Group sceglie VEM sistemi per la modernizzazione IT

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IMAB Group, realtà specializzata nella produzione di mobili componibili per la casa, ha scelto VEM sistemi come partner strategico per un percorso di modernizzazione profonda del proprio ecosistema IT.

Un progetto strutturato che ha ridisegnato architettura, sicurezza, continuità operativa e modalità di gestione dei data center, con l’obiettivo di creare un’infrastruttura capace di sostenere il ritmo di crescita e l’evoluzione dei processi digitali del Gruppo. Il percorso nasce dall’esigenza di superare una fase fisiologica del ciclo di vita dell’infrastruttura, come racconta il CIO di IMAB Group, Fabio Pepe, che descrive l’ambiente iniziale come un sistema ancora funzionante, ma ormai vicino al limite delle proprie capacità.

Una sfida complessa: modernizzare l’infrastruttura senza interrompere la produzione

La condizione di partenza evidenziava un’infrastruttura solida ma affaticata. “I sistemi, pur avendo supportato efficacemente l’operatività fino a quel momento, iniziavano a mostrare alcuni segnali di affaticamento in termini di performance”, spiega Fabio Pepe. Le conseguenze erano tangibili: rallentamenti nell’accesso alle applicazioni, tempi di risposta non più adeguati e difficoltà nella gestione di ambienti produttivi ad alta intensità digitale. L’obiettivo era costruire una piattaforma moderna, sicura, centralizzata e in grado di abilitare innovazione e nuove applicazioni.

Il vincolo più stringente era l’impossibilità di fermare la produzione. Anche un solo giorno di inattività avrebbe comportato un impatto economico stimato in circa 800.000 euro, con conseguenze operative estese fino a tre mesi. Il progetto di VEM, di conseguenza, è stato sviluppato garantendo la piena continuità delle attività, intervenendo su rete, data center, sicurezza e gestione senza alcun fermo macchina.

Architettura ridisegnata da VEM sistemi: nuovi data center, rete Cisco e gestione centralizzata

La prima fase del percorso ha previsto un assessment tecnico accurato, necessario per identificare criticità e dipendenze, e per impostare la roadmap del rinnovamento. Il potenziamento dell’hardware ha rappresentato il punto di partenza per introdurre applicazioni più moderne e migliorare l’efficienza complessiva dei flussi informativi.

La rete è stata completamente aggiornata con tecnologia Cisco, costruendo un backbone uniforme, affidabile e pronto a sostenere carichi più elevati. Nei data center sono stati adottati switch Cisco 9500 e Cisco 9300X per il core networking, mentre la parte storage e i nodi computazionali sono stati collegati tramite nuovi switch Cisco MDS, aumentando velocità, ridondanza e affidabilità. Sono stati rinnovati anche gli switch di accesso negli armadi periferici, con apparati PoE+ scelti per garantire una base infrastrutturale capace di supportare dispositivi futuri e scenari di digitalizzazione avanzata.

Un passaggio decisivo è stata la ristrutturazione dei data center, ridistribuiti tra Fermignano e Canavaccio di Urbino, aumentando la distanza fisica tra i due ambienti fino a oltre sette chilometri. Questo ha migliorato resilienza, disaster recovery e capacità di continuità operativa. A completamento del nuovo assetto, pronto un terzo data center, dedicato alla gestione dei backup e dislocato in uno stabilimento distinto.

Zero trust e protezione del dato: un nuovo modello di sicurezza con Cohesity

La gestione del backup era tra gli elementi più critici dell’infrastruttura preesistente. Le prestazioni di ripristino non erano più adeguate e l’ambiente risultava esposto a possibili attacchi. Anche la capacità di storage non garantiva la conservazione sicura dell’intero volume di dati aziendali.

La scelta è stata quella di migrare l’intera gestione dei backup nel nuovo data center dedicato, centralizzando la protezione dei dati e introducendo un approccio basato sullo Zero trust. Il nuovo sito ospita tre server Cisco C220 e la piattaforma iperconvergente Cohesity, che consente di archiviare dati e backup in modalità sicura e immutabile, proteggendo sia l’infrastruttura VMware sia l’ambiente AS400 responsabile dell’ERP aziendale. Cohesity funziona inoltre come secondary storage, aumentando flessibilità e capacità di recovery.

La nuova architettura è monitorata costantemente dai servizi NOC e SOC di VEM sistemi, che garantiscono interventi tempestivi, visibilità continua e controllo sulle prestazioni, riducendo il rischio operativo e migliorando la postura di sicurezza.

Benefici immediati: resilienza assicurata, prestazioni più elevate e operatività più veloce

In pochi mesi IMAB Group ha raggiunto tutti gli obiettivi prefissati. “L’obiettivo della resilienza è oggi pienamente realizzato e la business continuity è garantita grazie alla presenza di tre repository distribuiti su altrettanti data center”, sottolinea Fabio Pepe. I tempi di ripristino si sono ridotti sensibilmente e la maggiore efficienza energetica si traduce in un beneficio diretto e misurabile.

La velocità di trasferimento dati tra i data center è uno dei miglioramenti più evidenti, insieme alla semplicità di gestione e alla riduzione delle complessità operative. Questi risultati permettono a IMAB di affrontare un mercato sempre più competitivo con un’infrastruttura più sicura, robusta e pronta a sostenere nuove applicazioni digitali.

Un valore riconosciuto anche da VEM sistemi. “Questo progetto dimostra quanto la tecnologia, se ben governata, possa essere un motore di competitività e generare valore diretto per il business anche nel settore manifatturiero”, afferma Stefano Amici, Head of Design & Delivery di VEM sistemi.

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