Uno dei compiti che attendono il governo appena insediato in Italia è quello di regolamentare il WiMax “fisso”, tecnologia di accesso wireless (in sigla 802.16d) che opera in una banda attualmente utilizzata dal ministero della Difesa. Si è infatti con …
Uno dei compiti che attendono il governo appena insediato in Italia è quello di regolamentare il WiMax “fisso”, tecnologia di accesso wireless (in sigla 802.16d) che opera in una banda attualmente utilizzata dal ministero della Difesa. Si è infatti conclusa lo scorso giugno la fase di sperimentazione tecnologica dei sistemi, che ha impegnato, per oltre un anno, una nutrita schiera di vendor, system integrator e utenti “amici”, e che ha avuto risultati positivi, a detta di tutti gli operatori coinvolti. In situazioni diverse, dalla Sicilia alla Val d’Aosta, sono state testate le performance dei collegamenti wireless a larga banda, di tipo punto-punto, per l’accesso a Internet, un’opzione interessante soprattutto laddove non sono disponibili né l’Adsl né tantomeno la fibra ottica. Il percorso verso l’avvio commerciale del servizio prevede, a questo punto, che il governo si attivi affinché il ministero della Difesa liberi le frequenze (destinate a comunicazioni militari) e ottenga, in cambio, un risarcimento economico. Dopodiché bisognerà decidere in che modo assegnare le porzioni di spettro agli operatori che ne faranno richiesta, se con un’asta o con una procedura chiamata “beauty contest”, che non tiene in conto solo il prezzo.
Nel frattempo, nel resto del mondo, Europa inclusa, i primi servizi commerciali WiMAX sono partiti già da un anno. Inoltre, è stato ratificato un nuovo standard, detto WiMax “mobile” (in sigla 802.16e), che potrà essere usato dagli utenti in mobilità, con un’opportuna scheda integrata nel terminale, ponendosi in concorrenza con le tecnologie Umts. I primi prodotti sono già sul mercato.





