Riflessioni ad ampio spettro dei responsabili It di Mle e Brescia Mobilità, che tra quotidianità e proattività vivono la tecnologia in azienda
Mle (Malpensa Logistica Europa) e Brescia Mobilità sono aziende di trasporti, molto diverse tra loro ma con vari punti di contatto. Principalmente nel modo di pensare dei rispettivi referenti per i sistemi informativi: Roberto Cogliati e Alessandro Lanfranchi.
Rapporto con il vertice e con i fornitori, considerazione della formazione, affiatamento con i collaboratori sono solo alcuni degli aspetti che accomunano l’approccio dei due manager. Nel caso di Malpensa Logistica Europa, un’azienda che si occupa di movimentazione delle merci (trasportate per via aerea o con altre modalità) e servizi ausiliari aereo/gomma, e che fattura quasi 25 milioni di euro con circa 250 dipendenti, l’Information technology si connota per essere un aspetto importante ma non determinante. In Brescia Mobilità, una realtà nata a fine 2001 come scissione dal ceppo originario di Asm Brescia, impegnata a garantire la libertà di movimento nell’area urbana (con 18 linee automobilistiche, 260 parcometri, 12 parcheggi in struttura e un’ottantina di telecamere), la tecnologia è il pane quotidiano, quella informatica si sta facendo strada.
«Di base, dal punto di vista dell’It, il nostro mondo può ancora crescere, imparando, magari, dall’estero», dice Cogliati. E proprio all’estero la società (controllata da Sea) aveva pensato di rivolgersi qualche anno fa per acquistare un sistema informativo che si sposasse con le sue esigenze specifiche. Ma gli onerosi costi richiesti per prodotti che non soddisfacevano completamente le peculiarità della situazione italiana, soprattutto doganale, hanno fatto propendere l’allora responsabile It per una soluzione costruita ad hoc. «Fondamentalmente – aggiunge Cogliati -, gestiamo tutti gli aspetti operativi dalla documentazione alla fatturazione attiva, dall’anagrafica all’import della merce, al magazzino, che potrebbe fruire di una maggiore automatizzazione. Su indicazione della casa madre, da qualche anno abbiamo adottato Sap, su cui operiamo la gestione contabile». Ma far evolvere un sistema fatto in casa costa sicuramente fatica e Cogliati può contare su quattro collaboratori, di cui due votati all’infrastruttura tecnologica e due allo sviluppo. «Oltre a seguire in parte quest’ultima attività – puntualizza -, mi occupo degli aspetti organizzativi dell’ufficio, dei rapporti con i consulenti e della gestione della manutenzione». E proprio della consulenza, il responsabile It riconosce la valenza: «Insieme abbiamo portato avanti un progetto d’integrazione abbastanza corposo, che non saremmo mai riusciti a completare internamente visto che dobbiamo seguire l’operatività quotidiana. Gli utenti, infatti, sono abilissimi a riscontrare anomalie. E questo non sempre è percepito dalla direzione che, a volte, non coglie l’impegno costante che ci è richiesto. Proprio per i limiti delle risorse e del tempo a disposizione vorremmo poter sfruttare maggiormente la società di consulenza, almeno per pianificare le nuove attività».
Sull’importanza della consulenza è d’accordo anche Lanfranchi: «Il sistema informatico di Brescia Mobilità deriva da una costola di Asm, da cui ci siamo staccati da circa cinque anni. Una grossa mano ci è stata data da un consulente, che ha effettuato lo studio di fattibilità e ci ha permesso di scegliere a colpo sicuro la tipologia di server. A gennaio dell’anno scorso abbiamo fatto il salto vero e proprio, acquistato macchine e messo in opera la struttura di rete. Presso ogni singola sede sono stati dislocati dei file server e dei firewall. Sono soddisfatto del risultato, anche se ci sono ancora degli aspetti migliorabili. L’obiettivo, ora, è di mettere perfettamente a punto il sistema di telefonia, adottando il VoIp per tutte le comunicazioni interne». Per quanto riguarda gli applicativi, Brescia Mobilità ha cercato di replicare quelli già utilizzati nell’altra società, decidendo per Sap.
E per un’azienda che investe, con l’intento di portare a regime la situazione, un’altra è in fase attendista. «Una volta che i progetti in corso saranno completamente a regime – dice Lanfranchi – sarò pronto a confrontarmi con la direzione, con cui il rapporto è buono, senza alcun tipo di interferenza, nel caso insorgano nuove esigenze». «L’infrastruttura ha bisogno di un consolidamento – gli fa eco Cogliati -, le performance calano, visto che aumentano sia utenti che processi. Bisogna fronteggiare macchine non più recentissime e scadenze nei contratti di manutenzione. Una volta alla settimana incontro la direzione dei sistemi informativi di Sea, che sta valutando la nostra struttura e che, sicuramente, ha un potere d’acquisto superiore al nostro. Sarebbe interessante interpellare i principali fornitori sul mercato e capire con loro come gestire il cambiamento, anche dal lato dell’application server ma, talvolta, il dover convincere l’alto management delle necessità di un cambiamento è difficile, per non dire stancante».
Se Cogliati si dimostra poco fiducioso nella disponibilità di budget, al contrario si dichiara favorevole all’outsourcing. «Da un certo punto di vista, non sono contrario – dice -, anche se, in parte, può essere visto come una minaccia per il mio lavoro. Bisogna, però, tenere conto dei costi nascosti e della disponibilità effettiva del fornitore».





