Il trasporto merci europeo prova a uscire dalla crisi

I dati Eurostat certificano un brusco arretramento nel 2009, ma un buon recupero nella prima metà del 2010

La crisi economica globale ha pesantemente impattato sulla circolazione delle merci nell’Unione Europea: quello che ognuno di noi poteva avere intuito dalla sensibile diminuzione degli avvistamenti di tir e automezzi sulle autostrade è stato certificato ufficialmente dall’ Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea. In seguito alla recessione economica che ha colpito i Paesi europei a partire dall’autunno 2008, nel 2009 nella Ue a 27 si è assistito a un crollo del trasporto merci sia su gomma che su rotaia, con cali rispettivamente del 10% e del 17%. Il tonfo arriva dopo anni di trend positivi, anche se una prima diminuzione dei volumi si era potuta notare già nel 2008, con un arretramento del 2% sia della gomma che della rotaia.

Il traffico su gomma resta dominante 
I dati Eurostat chiariscono come, nonostante tutti gli sforzi comunitari per promuovere il trasporto su rotaia, le merci nella Ue a 27 viaggino ancora prevalentemente su strada: in termini di tonnellate/chilometro (tkm), nel 2009 le strade europee hanno assorbito 1.690 miliardi di tkm rispetto ai 370 miliardi delle reti ferroviarie, ovvero oltre quattro volte tanto. Nel 2009, il trasporto merci su strada è stato inoltre il modo dominante in tutti gli Stati membri, ad eccezione di Estonia e Lettonia. Eppure, proprio nel 2009 tutti gli Stati membri hanno mostrato cali nel proprio trasporto stradale di merci rispetto al 2008, ad eccezione di Bulgaria (+16%) e Polonia (+10%). Le maggiori diminuzioni sono state registrate in Romania (-39%), Lettonia (-34%), Estonia, Irlanda e Cipro (tutti -27%). Sei Stati rappresentano il 70% del trasporto merci stradale dell’Unione europea: si tratta di Germania (308 miliardi di tonnellate / km, -10% rispetto al 2008), Spagna (212 miliardi di tonnellate / km, -13%), Polonia (181 miliardi di tonnellate / km, +10%), Francia (174 miliardi di euro tonnellate / km, -16%), Italia (168 miliardi di tonnellate / km, -7%) e Regno Unito (140 miliardi di tonnellate / km, -13%).

Più netta la battuta d’arresto delle rotaie
Nel nostro Paese, nonostante questa diminuzione, il trasporto su gomma rimane la modalità dominante, anche perché la rotaia ha subito un arretramento ben più consistente (-25,3%), scendendo a “sole” 17,8 miliardi di tonnellate per chilometro. Il trasporto ferroviario è comunque entrato in crisi in tutti i Paesi dell’Unione, ad eccezione dell’Estonia, dove è rimasto praticamente stabile. Nel 2009, il maggior calo delle rotaie è stato riscontrato in Bulgaria (-33%), Belgio (-29%), Lussemburgo e Spagna (Entrambi -28%) e Romania (-27%). Quattro Stati membri assorbono poco più della metà del trasporto ferroviario merci del Vecchio Continente: anche in questo caso in testa c’è la Germania (96 miliardi di tonnellate / km, -17% rispetto al 2008), seguita da Polonia (43 miliardi di tonnellate / km, -17%), Francia (32 miliardi di tonnellate / km, -21%) e Regno Unito (21 miliardi di tonnellate / km, -15%).

La ripresa del 2010
Se il 2009 può dunque essere considerato un annus horribilis per la circolazione delle merci, i primi dati Eurostat relativi al 2010 indicano invece una ripresa di entrambe le modalità di trasporto. Rispetto allo stesso trimestre del 2009 , il trasporto merci su strada è infatti aumentato del 3% nel primo trimestre del 2010 e del 4% nel secondo trimestre. Ancora più vivace la ripresa delle reti ferroviarie, cresciute dell’8% nel primo trimestre e del 14% nel secondo trimestre.

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