Lo spettro elettromagnetico è una risorsa preziosa, che ogni paese dovrebbe gestire nel modo migliore, garantendo un’equa ripartizione delle frequenze fra gli operatori che intendono utilizzarle e prevenendo il rischio di interferenze, a tutela degli u …
Lo spettro elettromagnetico è una risorsa preziosa, che ogni paese dovrebbe gestire nel modo migliore, garantendo un’equa ripartizione delle frequenze fra gli operatori che intendono utilizzarle e prevenendo il rischio di interferenze, a tutela degli utenti. In Italia, questo tema è stato da sempre oggetto di polemiche: basta pensare alla diatriba sulle frequenze televisive o alla controversa asta delle licenze Umts. Anche le bande non soggette a licenze, come quelle intorno a 2,4 GHz (Wi-Fi) e quelle a 5 GHz (HiperLan), da tempo impiegate per svariate applicazioni, hanno faticato non poco prima di arrivare ad avere un quadro di riferimento chiaro, definito solo nel 2005 grazie al decreto Landolfi, che ne ha liberalizzato l’uso. Vale la pena ricordare che già a partire dalla metà degli anni 90 si pose il problema di utilizzare la banda 2,4 GHz per le allora emergenti tecnologie Wlan e che mentre in gran parte del resto d’Europa era possibile installare reti wireless senza particolari vincoli, in Italia il processo di adeguamento alle normative europee è stato lento e complesso, penalizzando di fatto il mercato italiano.
Solo nel 2001 è stato sancito l’impiego gratuito in ambito privato e reso possibile l’attraversamento del suolo pubblico, ma soggetto alla richiesta di una concessione e alla necessità di pagare un canone.
Il 4 ottobre 2005 la situazione si è sbloccata grazie all’intervento del ministro Mario Landolfi, che, come accennato, ha eliminato ogni vincolo, rendendo legittimo offrire servizi con tecnologie non licenziate.
Il decreto ha quindi aperto la strada a nuovi servizi di accesso wireless in banda larga, forniti da operatori che vengono definiti Wisp (Wireless Internet Service Provider), come quelli che gestiscono gli access point Wi-Fi, e ha aperto la strada al mercato dei 5 GHz. La normativa consente anche alla Pubblica amministrazione locale di fornire reti e servizi wireless con società di scopo, per coprire le aree non raggiunte finora dalla banda larga: secondo dati Uncem, si tratta di oltre 4.000 comuni, circa la metà del totale. Come conseguenza, nel corso del 2006 sono stati realizzati molti progetti wireless nelle Pa locali, basati sulla tecnologia HiperLan, che si presta meglio del Wi-Fi a collegamenti punto-punto su lunghe distanze, ed è quindi utilizzata anche per interconnettere gli access point Wi-Fi, come rete di backbone. Si realizzano così delle reti metropolitane wireless, chiamate anche Wman.
Il passo successivo, che tutti gli operatori attendono con trepidazione dal neoministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, è quello dell’assegnazione delle licenze WiMax, che permetterà a tutti gli operatori che sono stati coinvolti nella sperimentazione tecnica della nuova tecnologia di avviare la commercializzazione dei servizi e degli apparati





