Il problema è la mancanza di fiducia

Le vendite online secondo Gfk Eurisko sono ostacolate dalla diffidenza

Per l’internauta l’e-commerce è la “laurea” e per arrivarci gli ci vogliono molti anni. Ma, soprattutto, comprare in rete è una questione di fiducia, problema non da poco in un paese dove, generalmente, non viene concessa tanto facilmente. E non è solo un fatto di raccomandazione o di saltare la fila. Dell’amico assicuratore o commercialista ci si fida, degli altri no. Un bel problema per chi vende online, che oltre a dover aspettare che l’utente termini il suo training in rete, deve saper anche conquistare la sua fiducia.

Il premio consiste nel fatto che una volta conquistato il cliente è abbastanza difficile perderlo.

Edmondo Lucchi, responsabile del dipartimento New Media di Gfk Eurisko, spiega con il “problema fiducia” la lentezza della crescita degli acquisti online che non tengono il ritmo esplosivo di siti Web 2.0 e simili. D’altronde qui si parla di soldi. E quando c’è di mezzo il denaro, tutto rallenta, i movimenti sono più misurati, riflessivi. Anche perché fra chi compra e chi non compra qualche differenza continua a esserci. I primi sono più istruiti e benestanti, hanno più spesso la carta di credito e nelle loro schiere ci sono molti più imprenditori e liberi professionisti. «Gente che è abituata a trattare e comprare a distanza», spiega Lucchi. In più, chi compra si collega più spesso a Internet tutti i giorni, maturando un’esperienza e una confidenza del mezzo che gli permette poi di affrontare il commercio elettronico senza paura. «Se usi meno Internet non ti fidi di te stesso», sentenzia il ricercatore di Eurisko. Non a caso il 44% degli utenti di e-commerce è in rete dal 1999 o prima. Il loro training è finito da tempo.

Le differenze di popolazione generano i motivi che portano ancora un sacco di gente a ignorare l’acquisto online. La maggior parte, 63%, lo fa perché preferisce parlare con il negoziante e vedere di persona cosa compra. Il 55% si diverte a fare acquisti e in rete l’esperienza ludica manca, il 54%, invece, punta sodo. I numeri della carta di credito in rete non ce li mette. «Su questo aspetto si sta lavorando da tempo, mentre sui primi due non si fa nulla», spiega Lucchi. I non acquirenti non sanno come fare valere i propri diritti in caso di noie (53%), pongono problemi di privacy (45%) e non sono così sicuri che la merce arrivi (43%). Chi acquista poco lo fa perché non è molto esperto (38%), per i costi di spedizione (28%) e perché non trova ciò che cerca (22%). L’e-commerce, insomma, continua così a muoversi su un crinale dove gli utenti conquistati non lo abbandonano e gli altri, la massa, lo testano raramente o non ne vogliono sentire parlare.

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