Mass-media, tv, ma anche Internet e sms: nel segno di un Pontificato.
Papa Woytila è stato il papa di tutti, anche di Internet. Il suo
pontificato, fra i più longevi della storia, ha accompagnato il mondo attraverso
molte trasformazioni, al punto tale da farlo risultare quasi irriconoscibile a
chi ha avuto modo di vederlo prima di quel tiepido inizio di autunno che portò
via lo splendido Papa Luciani e insediò il pontefice forse più romano di tutti i
suoi predecessori, se si guarda alla capacità che aveva di mettersi di sguincio
(come dicono a Roma), di tre quarti, di fronte ai fatti della vita quotidiana,
al punto da essere uno straordinario sdrammatizzatore delle proprie sofferenze.
Il pontificato appena conclusosi è stato anche quello che ha aperto una
finestra permanente al mondo, il primo ad avere un sito Web, il primo a farci
recapitare un Sms dalla protezione civile per metterci in guardia circa le
difficoltà del pellegrinaggio d’omaggio a Roma.
Il quotidiano il Manifesto
ha titolato il giorno dopo la scomparsa di Giovanni Paolo II, con la sagacia che
contraddistingue i suoi titolisti “Non se ne fa un altro“.
E chi lo
sa.
Anche perché farne un altro significherebbe ricambiare il mondo un’altra
volta.
E tutto può accadere, soprattutto perché i mezzi di comunicazione a
disposizione del papato si sono decuplicati rispetto a 27 anni fa. Si discute se
Papa Woytila sia stato più un comunicatore che un mistico.
Possiamo dire
entrambe le cose.
Anzi, che la mistica del papa polacco-romano sia stata
proprio esaltata e la sua forza innescata dalla disponibilità degli strumenti di
comunicazione.
Già i papi Roncalli, Montini, Luciani e Woytila sono
appartenuti all’epoca dei mass-media, quella della radio e dalla Tv.
Ciononostante, il conclave non è mai stato violato dai mezzi di comunicazione,
rispettosi del rito delle fumate.
Ma questo, come fa notare Tolardo su
Zeusnews, sarà il primo dei telefonini.
Oltretutto di quelli multimediali,
capaci di trasmettere video. Allora un dubbio di puro stampo secolare può pure
sfiorarci: e se qualcuno dei convocati fosse tentato di utilizzarlo, per
necessità? Lo lasceranno fuori dal Conclave, insomma, o lo porteranno con sé?
E’ come se all’interno del Vaticano entrassero 117 potenziali cimici,
innescate per strappare un piccolo segreto, magari pure ininfluente sulle sorti
del convegno.
Facciamo così, allora: diciamo, adesso, che non ci interessa
nulla che non venga fuori dal camino di S.Pietro e che sia frutto di schede
bruciate.
Alla faccia della secolarizzazione e anche della modernizzazione,
nel pieno rispetto di una ritualità che, comunque la si viva, è un’icona della
nostra vita.





