E’ la convinzione dello psichiatra Vittorino Andreoli che ha animato il convegno sulla digital life
Il digitale entra nella nostra vita quotidiana cambia il nostro modo di vivere e lavorare portandoci verso nuovi stili di vita. Un mutamento epocale in parte già arrivato, ma che si mostrerà in modo più ampio nell’immediato futuro del quale si è discusso a Smau nel convegno organizzato dalla Fondazione Bordoni.
Il voto per la devolution che si è tenuto oggi alla Camera ha impedito l’arrivo del ministro delle Comunicazioni Landolfi che si è perso un convegno nel quale lo psichiatra Vittorino Andreoli ha ricordato che chi si occupa di sviluppare le nuove tecnologie “interviene anche sulla psicologia dell’uomo cambiandola”. Una responsabilità fortissima per le aziende high tech che sono secondo Andreoli “i veri modificatori” tanto che oggi c’è bisogno di un nuovo umanesimo che non arrivi però da intellettuali chiusi in una torre d’avorio dalla quale scrutano il mondo, ma da chi ogni pensa e realizza nuove tecnologie.
Ma gli innovatori devono porsi un limite che, ha proseguito lo psichiatra, sta nel rispetto dei sentimenti che devono restare umani visto che le tecnologie devono limitarsi ad aiutare le relazioni fra le persone.
Andreoli ha costruito la cornice entro la quale si è mossa la discussione che, e forse non poteva essere altrimenti, ha preso un indirizzo a tratti forse troppo tecnologico. Così c’è stato il tempo per la spiegazione del Voip da parte di Massimo Coronaro di Telecom, un’analisi della questione convergenza di Valerio Zingarelli di Telecommunications studies and consulting, ma anche la presentazione di iniziative che seguono le indicazioni di Andreoli.
Come Medimatic@, l’iniziativa presentata da Gianpaolo Stopazzolo, direttore Asl 5 del Veneto che che ha presentato il progetto easy heath che prevede un’applicazione spinta delle tecnologie informatiche in modo che permettono ai pazienti di non dover entrare in ospedale anche per una semplice radiografia e forniscono una migliore assistenza alle persone più deboli. Collegato a questo è l’intervento di Antonio Frattari, direttore del centro universitario edifici intelligenti che ha illustrato i progressi della demotica. Finalmente non si è parlato di frigoriferi intelligenti, ma di appartamenti, come quello che si sta sperimentando a Trento, dove persone con handicap possano vivere serenamente senza dover essere assistite da qualcuno sempre presente accanto a loro. Ma il digitale interviene anche nei nostri consumi culturali. Per questo Giuliano Gaia di musei-it.net ha illustrato il percorso dell’It nei musei dal primo sito del Louvre fino ai chioschi digitali.
Un percorso iniziato da poco e che, per esempio con l’utilizzo dei palmari, ha ancora una lunga strada davanti a sé.





