Si sente spesso dire che la mancanza di standard è stato un pesante inibitore della diffusione su larga scala delle tecnologie di identificazione in radiofrequenza. Iso (International Organization for Standardization) 18000 ed Epc (Electronic Product C …
Si sente spesso dire che la mancanza di standard è stato un pesante inibitore della diffusione su larga scala delle tecnologie di identificazione in radiofrequenza. Iso (International Organization for Standardization) 18000 ed Epc (Electronic Product Code), sono attualmente le due specifiche più diffuse in questo ambito. Tra loro differiscono sostanzialmente sulla scelta delle architetture e sui criteri di numbering, ovvero sulle modalità di attribuzione di un numero di serie, univoco, abbinato a ciascun item taggato. Il primo standard è più che altro orientato all’identificazione automatica e alla gestione degli articoli, mentre il secondo punta sulla tracciabilità e rintracciabilità del singolo articolo. A livello architetturale, Iso è più flessibile in quanto meno correlato a uno specifico settore e supporta la realizzazione di un sistema di informazioni distribuito. I dati, infatti, risiedono sul tag stesso o, al più, su una rete locale di database che si appoggia alle diverse applicazioni aziendali. In questa architettura, tuttavia, non c’è una piena definizione del sistema che si occupa del trattamento e del trasporto dei dati.
Lo standard Epc, per contro, tende a disciplinare soprattutto la tracciabilità lungo la supply chain, attraverso la definizione rigida di un’architettura basata su tag a basso costo e su un’infrastruttura di rete che centralizza le informazioni e specifica, nel dettaglio, come trattare i dati raccolti. L’obiettivo è di creare una sorta di Internet “degli oggetti”, in cui ogni elemento sia dotato di un tag provvisto solo di un codice identificativo univoco, a cui si sovrappongono una rete e un database online. Quest’ultimo servirà ad associare i dati al tag e a certificarne qualità e correttezza.





