La rete è alla base dei nuovi modi di comunicare. In tale contesto, Hewlett-Packard ha fornito alla Tv pubblica il supporto consulenziale nella fase avvio del Network operation center, quest’ultimo caratterizzato da funzioni di presidio tecnico e specialistico dell’intera infrastruttura
La gestione del sistema di comunicazione riveste
un’importanza strategica per un’azienda come la Rai, che si pone l’obiettivo
di distribuire l’informazione al pubblico. «In uno scenario tecnologico
che prepara l’avvento della multimedialità distribuita, con una rete
Internet potenziata da una maggiore banda trasmissiva – ha illustrato
Giuseppe Biassoni, direttore sistemi Ict di Rai -, sarà possibile
diffondere le informazioni in modo interattivo e delocalizzato, per una
fruizione sempre più personalizzata».
In tale contesto, le reti
diventano l’elemento vitale di nuovi modi di comunicare e fare notizia. Da
qui l’importanza del controllo e della gestione delle strutture di
networking che costituiscono il principale elemento abilitante per
l’erogazione dei servizi di elaborazione, memorizzazione e distribuzione
dell’informazione nelle sue varie forme (dati, video, voce).
In Rai
questi aspetti sono molto presenti, basta citare alcune iniziative quali la
valorizzazione e la digitalizzazione degli archivi Rai Teche, sistema di
archiviazione multimediale che agevola la ricerca dei contenuti e la loro
fruizione (400mila ore di trasmissione digitalizzate); gli investimenti
fatti su Internet o Rai News 24, il primo canale dedicato all’informazione
via satellite e su Internet, 24 ore su 24.
Il progetto di costruire una
nuova rete interna, per dotare l’azienda di una struttura di comunicazione
basata su architetture innovative in grado di supportare la crescita del
servizio pubblico radiotelevisivo risale al 1998. L’esigenza era quella di
passare a un’architettura di tipo aperto, abilitando nuovi servizi come la
connessione a Internet, la posta elettronica o le banche dati
multimediali, e facendo convergere sulla tale struttura quelli già
esistenti, tra cui il sistema di amministrazione e contabilità, la
pianificazione dei palinsesti e la gestione delle risorse di produzione.
In questa situazione, la rete ha assunto il valore di un strumento
indispensabile per la produzione, per le ricerche dei giornalisti, per
quanti si occupano della programmazione, per l’integrazione con le agenzie
giornalistiche e la distribuzione delle notizie.
L’affidabilità,
l’apertura nei confronti di altre organizzazioni, verso Internet e la
sicurezza, al fine di salvaguardare le risorse aziendali da intrusioni non
autorizzate, erano le caratteristiche richieste. È stata quindi scelta la
piattaforma Openview di Hewlett-Packard, decisione nella quale hanno pesato
anche le competenze certificate per la tecnologica Cisco.
Configurazione di rete
La rete
Rai prevede quattro nodi principali di dorsale a Torino, Milano, Roma e
Napoli, che servono, rispettivamente, nord-ovest, nord-est, centro e sud, 14
sedi regionali, più varie rappresentanze in alcune capitali estere. Dal
punto di vista architetturale, il network può essere interpretato come una
struttura multilivello, in cui la intranet rappresenta il nucleo che
connette tutti i sistemi e gli utenti aziendali, la extranet la rete per
fornitori e partner che accedono in modo controllato a informazioni e
servizi interni, mentre una robusta connessione con il mondo Internet serve
per mettere in comunicazione pubblico e portale rai.it.
L’infrastruttura
da implementare prevedeva personal server con cui interfacciare il mainframe
legacy, un data warehouse aziendale, quindi il sistema Enterprise resource
planning basato su Sap, i sistemi applicativi per l’impresa giornalistica e
per le macro strutture cui questa si riferisce, e diversi servizi
trasversali come l’accesso al Web e la posta elettronica. L’idea è stata
quella di puntare su una rete “broadband packet switching” di ultima
generazione che trasporti dati utilizzando dorsali di backbone ad alta
velocità, realizzando un’infrastruttura di Metropolitan area network in
GigaEthernet.
Tra i criteri che hanno guidato l’emittente pubblica nella
scelta della tecnologia su cui basare la nuova struttura di rete hanno
assunto un ruolo di primo piano l’esigenza di soluzioni omogenee,
end-to-end, sia per i dati che per la fonia e il video. Erano necessarie
la garanzia di poter adeguare la rete, la presenza di caratteristiche spinte
di sicurezza e la possibilità di effettuare una gestione semplice ed
efficiente, a protezione dell’investimento effettuato. A questo scopo era
necessario realizzare un sistema centralizzato di manutenzione, una
struttura inserita nelle funzioni di network management, che svolgesse
funzioni di sorveglianza della rete, risoluzione dei malfunzionamenti,
change management, rilevazione e reporting dei dati di traffico.
Il
servizio doveva costituire un passo importante verso l’obiettivo più ampio
di una struttura di service management veramente end-to-end con l’integrazione
degli aspetti di gestione relativi alla rete, ai sistemi e alle
applicazioni. Data l’importanza degli aspetti di gestione e di presidio
occorreva stabilire un vero e proprio centro di controllo su tutto il
sistema di rete, sia con strumenti di monitoraggio software, sia con risorse
dedicate.
A valle della progettazione e installazione dell’architettura,
realizzate sotto il coordinamento e con la collaborazione dei sistemisti
Rai, è stato costituito un Network operation center (Noc) per garantire un
servizio che fosse affidabile e assicurasse operatività 24 ore su 24, basato
presso gli uffici Rai di Torino e Roma, con funzioni di presidio tecnico e
specialistico dell’intera infrastruttura di rete. In collaborazione con Rai
e altri partner del progetto, Hewlett-Packard ha fornito il proprio supporto
consulenziale nella realizzazione del centro, ne ha gestito la fase di
avvio per la parte di propria competenza e ha contribuito alla definizione
dei processi gestionali e organizzativi.
La gestione operativa
Le
attività del Noc sono coordinate da personale specialistico Rai.
In
particolare, il presidio di Torino è gestito in modalità congiunta con gli
specialisti Hp e svolge funzioni di monitoraggio, gestione delle
problematiche e implementazioni su Internet e sulla network intranet.
Fornisce, inoltre, una reportistica dettagliata sui dati di traffico e sulla
gestione del network. In particolare, gli specialisti del Noc effettuano
un’azione di monitoraggio della rete e dei servizi erogati da Rai-Ict, come
la trasmissione di dati, voce e immagini, la gestione dei sistemi e delle
applicazioni, il controllo dei processi, la configurazione dei sistemi,
l’inventario degli apparati attivi.
Il Noc gestisce inoltre incidenti e
problemi, ricercando e identificando malfunzionamenti di rete, valutando le più
efficaci modalità di intervento per ristabilire condizioni di funzionamento
ottimali, intervenendo in modalità remota oppure con personale tecnico sul campo
o facendo avanzare la notifica del problema rilevato al livello più opportuno,
secondo una procedura di escalation management.
In caso di problemi sulla
rete o negli apparati, il Noc si incarica di definire la possibile soluzione
e interviene coordinandosi con i servizi incaricati della manutenzione
hardware e software dei sistemi. Un’azione preventiva consente di risolvere
un problema prima che possa influenzare la qualità del servizio. Oltre a
monitorare il livello di prestazione della “macchina-rete” nel suo
complesso, l’azione del Noc si indirizza anche alla gestione delle modifiche
all’infrastruttura, assicurando la riduzione al minimo dei rischi
associati. Gestisce, infine, i sistemi di sicurezza, amministra i
firewall e i proxy server, il Dns e fornisce rapporti sull’utilizzo
delle risorse per ottenere prestazioni ottimali.
L’attività svolta da
Hewlett-Packard per il progetto Rai si estende anche alla gestione (fleet
management) dei sistemi desktop aziendali che fanno riferimento alla sede di
Torino. Rai, infatti, sentiva la forte necessità di una gestione razionale
ed efficiente del desktop management per arrivare a un livello di servizio
rigorosamente definito in base a processi controllati. L’esigenza è nata in
concomitanza alla migrazione della piattaforma informativa di molti
servizi, dal mainframe al modello client-server, e alla prevista
evoluzione verso una configurazione Web end-to-end. La piattaforma pc doveva
essere rigorosamente controllata ma flessibile.
Per questa ragione, le
procedure sono state definite internamente secondo un processo che, partendo
dalle fasi di procurement, prosegue con le attività del laboratorio per la
validazione dei prodotti hardware e software certificati per l’ambiente Rai,
per giungere alla pianificazione delle installazioni e, infine,
all’assistenza tecnica e alla consulenza sui prodotti informatici messi a
disposizione degli utenti.
Una struttura innovativa
La
logica che ha guidato la costruzione del network Rai è stata quella di
realizzare uno strumento che migliorasse i servizi esistenti e abilitasse
quelli in fase di progettazione. Il progetto ha richiesto circa due anni,
con la criticità di dover realizzare una struttura innovativa mantenendo in
funzione i servizi preesistenti.
Oggi la rete Rai rappresenta la piattaforma
abilitante per i servizi a supporto dell’organizzazione interna e per quelli
dedicati all’attività giornalistica e ai sistemi di produzione. A progetto
concluso i vantaggi sono misurabili: oltre 7.500 utenti, di cui 1.600
giornalisti, sono ora in grado di accedere ai diversi servizi in maniera
completa e trasparente.
«La presenza di un tale tipo di rete
abilitante – ha commentato Biassoni – ha permesso che il catalogo
multimediale di Teche diventasse operativo, che la connettività Internet e
la posta elettronica fossero servizi a disposizione di tutti i dipendenti
che ne hanno necessità, che il sistema Sap disponesse di
un’infrastruttura adeguata, che una eventuale nuova sede potesse essere
resa operativa e semplicemente dotata delle attrezzature e della
connettività necessarie. Se esiste un’esigenza di interconnessione o di
erogazione, la rete si configura come un substrato per abilitare
l’introduzione di qualunque servizio che attinga alle sue risorse o che
debba essere erogato in rete, senza che si renda necessario rivederne
l’architettura».
I costi di gestione della nuova infrastruttura non sono
direttamente paragonabili a quelli della configurazione precedente,
considerando la differenza dei servizi erogati, ma se si valutano le
prestazioni, misurandole in base a determinati parametri indicati da
benchmark di mercato, i risultati sono confortanti, con un costo di gestione
inferiore del 15% a quello del campione. Ciò si deve alla concentrazione
di tutte le tipologie di servizio in un’unica infrastruttura di rete e
all’aver scelto una formula mista, in cui al personale interno con funzioni
direttive e di controllo si affianca una struttura in outsourcing, che ha il
compito di assicurare i livelli di servizio
definiti.





