Il nuovo Ibm System z10 è frutto dell’evoluzione in chiave cloud computing dei grandi sistemi. Il risparmio energetico è il suo primo obiettivo
I data center stanno subendo un’evoluzione senza precedenti. Questi insaziabili centri energivori stanno preoccupando i Cio perché «i costi necessari per gestire i centri stella complessi si sono impennati negli ultimi anni – esordisce Fabrizio Renzi, direttore tecnico di Ibm -. Migliorare l’utilizzo delle risorse, introducendo soluzioni capaci di ottimizzare i carichi di lavoro e autogestirsi al meglio, permette di abbattere sensibilmente le spese. Non solo quelle di gestione, che poi sono le più alte, ma anche quelle necessarie per alimentare e raffreddare questi sistemi».
Il data center del futuro dovrà, quindi, essere obbligatoriamente meno “sciupone” e più compatto, perché lo spazio cablato e condizionato costa, e costa caro.
Proprio nella direzione di assicurare più “intelligenza” ai sistemi implementati, in modo che possano garantire la giusta potenza di calcolo e le giuste risorse alle giuste applicazioni, va l’annuncio del nuovo mainframe di Ibm, il System z10.
«Si tratta di una soluzione sviluppata per ottimizzare l’efficienza dei data center e agevolare il passaggio ai Ced orientati ai servizi – puntualizza Marco Utili, manager of Mainframe Platform di Ibm -. Abbiamo introdotto innovazioni sostanziali sul fronte del contenimento dei costi di alimentazione, raffreddamento e spazio fisico». Basti pensare che un singolo z10, a detta dei manager di Big Blue, equivale a circa 1.500 server x86. «Il consumo energetico – sostiene Francesco Stronati, vice president Systems and Technology Group – cresce a ritmi esponenziali, ottuplicati nel corso degli ultimi anni. Il System z10 è un quad core che riduce fino all’85% di spese energetiche e spazio occupato».
Ma anche la gestione di questo sistema è stata semplificata, a tutto vantaggio del lavoro dei Cio. «L’idea – gli fa eco Fulvio Capogrosso, distinguish engineer di Ibm – è di migliorare la gestibilità del mainframe, con soluzioni in grado di snellire tutte le attività di registrazione, tracciabilità, audit e fatturazione di ciascuna operazione aziendale. Occorre andare oltre la virtualizzazione di base, che prevede la ripartizione intelligente delle risorse su un singolo server, per assicurare un ambiente in cui tutta l’infrastruttura informatica, comprese le applicazioni aziendali, lo storage e la sicurezza siano utilizzabili in modo flessibile e su richiesta». Ecco perché, per la prima volta, lo z10 a 64 processori potrà automatizzare la fornitura della potenza di elaborazione, con funzionalità di provisioning che i manager di Big Blue definiscono “just in time”.
Anche l’attività degli sviluppatori trarrà beneficio dai nuovi sistemi, soprattutto grazie agli strumenti Rational per System z, che velocizzano lo sviluppo di applicazioni sulla piattaforma in questione.
Tra i tool più interessanti, ce n’è uno che traduce automaticamente il codice per il mainframe in linguaggio Cobol oppure il Cobol in Web service. «Con l’occasione – prosegue Stronati – abbiamo anche deciso di investire 300 milioni di dollari nel progetto Mainframe Semplification, per sviluppare competenze tecniche su questi sistemi. Si tratta di uno stanziamento che rientra nell’ambito della Ibm Academy Initiative, avviata nel 2004 per avvicinare il mondo dell’università a quello del lavoro, con percorsi di certificazione e training sul mainframe. Sono già oltre 400 i college e le università che, nel mondo, hanno attivato corsi di certificazione su questa piattaforma, 6 dei quali in Italia, a riprova dell’interesse che il mainframe continua a suscitare».
E per andare incontro alle esigenze di finanziamento dei clienti, Ibm ha ridotto l’importo delle rate mensili dei contratti di leasing.





