Il futuro senza fili della banda larga

Reti wireless sempre più performanti fanno intravedere un mondo dove il broadband è sempre disponibile. Numerose tecnologie, ormai integrate nei terminali, si contendono il primato

C’è già chi parla di una nuova rivoluzione, chi di un rapido mutamento di scenario. Il riferimento è alle soluzioni per la trasmissione senza fili ad alta velocità, o wireless broadband, protagoniste, nell’arco di pochi anni, di un’accelerazione nello sviluppo tecnologico senza precedenti. La novità sta nel fatto che, in un domani ormai vicino, non ci saranno più grandi differenze, in termini di prestazioni e sicurezza, fra i collegamenti cablati e quelli senza fili, finora molto meno veloci e affidabili, oltre che facilmente intercettabili. Questo avvicinamento fra reti con e senza fili riguarda sia l’ambito delle soluzioni di accesso, quelle cioè utilizzate dagli utenti per collegarsi a Internet o alla propria rete locale, sia i collegamenti di backbone, utilizzati per interconnettere tra di loro le reti locali o i punti di accesso wireless.


Il ventaglio delle tecnologie disponibili è molto ampio, tanto che ancora non è chiaro quali siano destinate ad affermarsi e quali a soccombere (o a convivere, perché l’automobile non ha eliminato la bicicletta dalle strade). Prima fra tutte va citata Wi-Fi, uno dei maggiori successi che l’industria delle Tlc mondiali abbia saputo confezionare, ormai prossimo ai 40 Mbps, passando poi per il WiMax, che alimenta oggi molte speranze di diffusione, fino alla meno nota HiperLan, in via di affermazione in Italia, e ai ponti ottici, che invece dei cavi usano gli infrarossi per far viaggiare le informazioni. Si prospetta, dunque, un nuovo scenario, che per affermarsi ha bisogno, innanzitutto, di avere una massa critica di utenti broadband dei servizi: oggi gli accessi a larga banda italiani sono 7 milioni (perlopiù Adsl) e questo dato è destinato a crescere rapidamente, anche grazie alla disponibilità di collegamenti wireless nelle comunità non raggiunte dalla rete in rame, che in Italia, paese di montagne e colline, sono numerosi.


L’evoluzione riguarda anche i terminali, dai notebook ai Pda ai telefoni, che dovranno essere pronti per captare i diversi segnali dall’etere. I produttori optano perlopiù per un approccio agnostico, integrando il massimo numero di tecnologie possibili in modo da lasciare libertà di scelta al cliente.


Justin Rattner, chief technology officer di Intel, ha recentemente dichiarato di attendersi un punto di svolta nel 2009, anno in cui la fruizione pubblica del Web avverrà perlopiù tramite onde radio. Secondo Intel, la strada della compenetrazione fra “connettività radio” e piattaforme residenti è segnata. La ricerca e sviluppo oggi è concentrata non tanto nel far stare i dispositivi in un piccolo spazio, obiettivo tutto sommato raggiunto, ma nell’evitare le interferenze fra le differenti componenti.


Grandi progressi sono attesi anche sul fronte della telefonia cellulare. Telecom Italia, per bocca del suo presidente Marco Tronchetti Provera, fa sapere di avere come obiettivo un mondo dove la banda larga è disponibile a tutti ovunque e sostiene che nel settore del broadband in mobilità l’Italia è all’avanguardia: dai 300 Kbps dell’Umts siamo rapidamente arrivati al cosiddetto Super 3G (la tecnologia Hsdpa, High Speed Downlink Packet Access, a 4 Mbps), mentre si lavora per il lancio del WiBro (la versione coreana del WiMax, adottata da Telecom), che promette fino a 20/30 Mbps in mobilità.


Le incognite sul futuro riguardano, a questo punto, soprattutto i servizi. A cosa servirà, ci si domanda, avere sempre e ovunque connessioni veloci? Una visione ottimista arriva da Carlo Mario Guerci, uno dei massimi esperti italiani di Tlc: «Ogni volta che abbiamo costruito una nuova rete – ha detto – l’abbiamo riempita di servizi».

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