Il futuro di Informix dentro il guscio Ibm

Arrivano i primi dettagli dell’evoluzione dei prodotti dell’azienda acquisita da Big Blue in maggio. Sembra mantenuta la promessa della continuità dell’offerta, anche se “a tempo”, almeno per i database di fascia alta.

All’indomani dell’acquisizione, annunciata in maggio, Ibm aveva promesso continuità a breve nel rilascio di prodotti e supporto ai database di Informix. Dando una scorsa alla roadmap, ora disponibile con qualche dettaglio in più, sembra che per gli utenti della società acquisita ci sia effettivamente il tempo per aggiornare l’installato e ragionare con calma su un futuro eventuale passaggio alla tecnologia “proprietaria” di Big Blue.
Il discorso calza soprattutto per i database di fascia alta, per i quali sono previste almeno altre due future release. Il 1° ottobre arriverà, innanzitutto, Ids 9.3 (già noto come Dynamic Server), con migliorie nelle prestazioni e la replica a livello aziendale di oggetti. Secondo indiscrezioni interne, sarebbero previsti rilasci in futuro anche delle versioni 9.4 e 9.5. Il database sarà ancora integrato in soluzioni come Finance Foundations, dove è già inserito.
Per Red Brick, invece, si prepara la release 6.2, ma il prodotto, a detta dei responsabili Ibm, sconta ancora gli errori commessi dal management di Informix all’indomani dell’acquisizione dell’omonima società. In particolare, il prodotto sarebbe stato inizialmente posto in diretta competizione proprio con Ids, su un mercato dove operano concorrenti come Oracle e Ncr-Teradata. Più che per il transaction processing, invece, Red Brick si presta per l’uso in datamart e dove occorre scalabilità.
Un po’ più fumoso appare il futuro di Cloudscape, un database mobile basato su Java, di cui Ibm sta ancora valutando la tecnologia, probabilmente per integrarla in Db2 EveryPlace. Definitivamente tramontato appare l’antico progetto Informix di arrivare a un unico database, che aveva il nome in codice di Arrowhead e doveva razionalizzare dal punto di vista tecnologico un’offerta da sempre un po’ troppo frastagliata. Questo, secondo Ibm, è un compito oggi già svolto da Db2, in grado di far girare capacità object relational in un’architettura “shared nothing”. L’obiettivo appare ora quello di integrare altri pezzi in una base a codice unico, che possa gestire Oltp, data warehousing e altri task. Non siamo ancora, però, al prodotto universale, capace di far girare dati relazionali e non.

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