Il successo di Trivago e Tripadvisor, due siti dove i turisti raccontano le loro esperienza. A volte in maniera spietata
Cari albergatori, state attenti, perché il giudizio universale per voi arriva subito, e il responso lo potete trovare comodamente su Internet.
Per avere un’idea, basta andare su Trivago.it e si capisce immediatamente che, se il cliente non è soddisfatto, lo vengono a sapere in un lampo anche al Polo Sud. In bella mostra al centro della homepage campeggia infatti la temuta classifica “il meglio e il peggio”, dove i commenti degli internauti sono caustici e senza peli sulla lingua: “Ho appena trascorso una settimana (dal 25/5/2008 al 1/6/2008) al Resort Helioland di El Quseir – spiega asti (da notare la tempestività con la quale vengono inserite le notizie) – e decisamente lo sconsiglio. È mal gestito, al ristorante c’è poca varietà, e dopo un giorno metà persone arrivate con me si sono ammalate di dissenteria con febbre”. Ecco come seppellire una reputazione in sole 55 parole!
Oppure allyra scrive così dell’hotel “Fontana” di Como: “Le camere sono così così, ci sono i ventilatori a soffitto che, se azionati, minacciano di staccarsi da un momento all’altro. È tutto diroccato e tenuto su con del nastro adesivo!”. Addio clienti.
Il meccanismo su cui si basa il sito è molto semplice: ogni utente che si iscrive ha la possibilità di inserire la sua opinione sull’hotel di cui è stato ospite, e l’autorevolezza dell’intervento è gestita da un meccanismo a punti, che si accumulano non grazie alle valutazioni ricevute, ma a seconda delle attività svolte. A tutela della qualità delle opinioni pubblicate, queste vengono approvate da altri utenti di grado superiore, e così non si corre il rischio di vedere pubblicate cose poco interessanti o palesemente scarse.
I voti riguardo gli aspetti-chiave del soggiorno, che si basano su pallini che assumono la colorazione del semaforo a seconda del giudizio, saranno poi visibili a chiunque si connetterà. E se il responso sarà verde, l’albergatore potrà tirare un bel sospiro di sollievo: è in arrivo dell’ottima pubblicità gratuita e di buona qualità, perché basata sul giudizio diretto dei clienti, che risultano più credibili e veritieri. Naturalmente il grado di affidabilità cresce con l’aumentare degli utenti, ma qui c’è da fidarsi: Trivago.it ha una media che va dai 7 ai 10.000 visitatori al giorno.
Un altro sito, probabilmente il più conosciuto e frequentato a livello mondiale, è Tripadvisor.it che vanta un database di 15 milioni di recensioni. Il meccanismo è più o meno lo stesso: ci si iscrive, si possono inserire foto dei propri viaggi, fare comparazioni tra i prezzi degli alberghi, cercare i voli più comodi ed economici e, naturalmente, recensire gli hotel visitati.
La tanto temuta rubrica qui si chiama “Fischi e fiaschi”, dove si possono trovare recensioni eccellenti come quella dell’hotel “Al Santo” di Padova, di cui Gabriele65 scrive: “Il punto di forza di questo hotel è l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Ottimo anche il ristorante, dovete assolutamente provare i bigoli e i dolci fatti da loro. Un’ultima nota di merito va a tutto la staff, simpatico e cordiale”. Se poi si aggiunge il parere di mjchiu che scrive da New York “I highly recommend this hotel”, si capisce come questi siti non conoscano confini e possano avere riflessi importanti per i singoli hotel. Da segnare fra i propri bookmark.





