Il Cio non è ancora «verde»

Un sondaggio su 213 It manager di grandi aziende evidenzia alcune incertezze in relazione al tema della gestione dei consumi energetici. Se però la legge la imponesse…

Tra giugno e luglio scorsi l’Economist Intelligence Unit (Eiu) ha condotto un sondaggio mondiale, finanziato da Ibm, sentendo 213 fra Cio e It manager di aziende con almeno mille dipendenti sul tema del risparmio energetico nella gestione delle infrastrutture informatiche. Il 59% di loro ha risposto dall’Europa, il 19% dall’area Asia-Pacific e il 19% dall’America.

Oltre un terzo dei manager intervistati (42%) ha affermato che la propria azienda non controlla la spesa di energia collegata all’It e il 54% non sa che impatto ambientale hanno i propri consumi.

Tra quelle aziende che tengono sotto controllo questa spesa, circa una su quattro (24%) ha registrato un aumento dei propri consumi di energia nel corso degli ultimi due anni.

Il rapporto evidenzia che, nonostante vi sia all’interno delle organizzazioni un’alta attenzione ai problemi ambientali, solo una minoranza sta lavorando per mettere a punto strategie partendo da una prospettiva It.

Peraltro, la crescita dei costi dell’energia e della domanda di potenza energetica da parte dell’It dovrebbero essere temi ormai presenti nell’agenda dei manager, se si sta ai dati forniti dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente americana (Epa), che ha rilevato che nel 2006 nei soli Stati Uniti i server e i data center sono stati responsabili dell’1.5% dei consumi di elettricità dell’intero paese (oltre il doppio dei consumi rilevati nel 2000) con un valore di spesa di circa 4,5 miliardi di dollari.

Il 64% degli intervistati dall’Eiu concorda sul fatto che la definizione di uno standard industriale per l’efficienza energetica degli apparati It li porterebbe a cambiare le politiche di acquisto.

Da parte dei Cio, quindi, emerge la necessità di una conformità legislativa per rendere i propri sistemi It il più possibile efficienti dal punto di vista energetico.

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