Il Cebit crea un clone in Turchia

Nonostante gli otto anni di vita, crediamo che sinora solo pochi, anche tra gli addetti ai lavori, avevano sentito parlare del Bilisim, la più importante fiera di Information and Communication Technology della Turchia e dell’area dell’Est Medite …

Nonostante gli otto anni di vita, crediamo che sinora solo pochi,
anche tra gli addetti ai lavori, avevano sentito parlare del Bilisim,
la più importante fiera di Information and Communication Technology
della Turchia e dell’area dell’Est Mediterraneo. Sebbene vi abbiano
partecipato aziende di spicco del panorama internazionale, tale
manifestazione è sempre rimasta molto legata a una realtà locale e
perciò non ha avuto grande risonanza al di fuori della Turchia.
Eppure si tratta di un’esposizione che nell’ottava edizione, quella
appena conclusa, ha occupato un’area di 23.970 mq ed è arrivata a
ospitare 329 stand per un totale di 9 padiglioni.
Numeri già piuttosto interessanti per una manifestazione che si è
rivolta a un pubblico poco più che locale. Però le cose sono
destinate a cambiare e d’ora in poi saremo sicuramente obbligati a
sentire parlare del Bilisim sempre più spesso. La sua fama è infatti
destinata a crescere in modo esponenziale. Questo perché è successo
un fatto particolarmente importante e che è destinato a imprimere una
svolta radicale a tutta la manifestazione: da quest’anno
dell’organizzazione ha iniziato a occuparsene direttamente il CeBit
di Hannover. Ed per questo motivo che nel logo dell’ottava edizione è
già comparsa l’iscrizione "A CeBit Event". Per il momento si tratta
di una piccola frase che occupa una posizione defilata, ma in realtà
il ruolo dell’ente fieristico tedesco è già di primo piano.
"Abbiamo siglato il contratto con gli organizzatori del Bilisim lo
scorso marzo – ci ha detto Jorg Schomburg, direttore della Deutsche
Messe di Hannover – e, visto il tempo che abbiamo avuto a
disposizione riteniamo di avere già fatto un buon lavoro. Tuttavia
siamo consci che ancora c’è molto da fare per dare alla fiera una
dimensione davvero internazionale. E finché non avremo fatto tutto
ciò che riteniamo necessario per ampliarne i confini, l’esposizione
manterrà il nome Bilisim e il CeBit avrà, almeno apparentemente, un
ruolo di secondo piano. Quando riterremo di poter sentire davvero
nostra la fiera, allora ne cambieremo il nome in CeBit Eurasia".
Tra le oltre 175.000 persone che hanno visitato quest’anno il
Bilisim, c’erano diversi rappresentanti di aziende tedesche che,
secondo quanto ci ha detto Schomburg, hanno assicurato la presenza
della propria società il prossimo anno. Vedremo. Quel che è certo è
bisognerà puntare su una presenza più internazionale, che non sia
limitata a realtà tedesche. Quest’anno il catalogo riportava 1000 esposito
ri
di 13 paesi, ma dei 12 paesi esteri la maggior parte aveva uno o due
rappresentanti al massimo. Per l’Italia erano presenti un’azienda,
Eutron, che era alla ricerca di partner per la commercializzazione in
Turchia dei propri registratori di cassa, e un ente fieristico, lo
Smau. La presenza di uno stand (per altro piuttosto piccolo e un po’
defilato) che ospitasse la società che attualmente organizza la più
rappresentativa manifestazione Ict del Mediterraneo ci ha un po’
stupito. Ne abbiamo chiesto chiarimenti ad Antonio Emmanueli,
presidente di Smau e anche lui presente al Bilisim, e ci ha risposto
che "da tempo sono in fase di studio accordi con Interpro, accordi
che dovrebbero portare alla realizzazione di iniziative insieme".
Tuttavia, riteniamo che la recente partnership con il CeBit non lasci
molto spazio per progetti con ulteriori partner. Comunque, Emmanueli
ci ha precisato che lo Smau ha avviato trattative anche con altri
paesi che si affacciano sul Mediterraneo, come per esempio l’Egitto.

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