Apple ed Intel fanno cambi al vertice in settori nevralgici delle rispettive attività. Le due cose rientrano in un più generale cambiamento di paradigma nell’era post-Pc.
Due cambiamenti nei settori caldi dell’informatica hanno recentemente cambiato situazioni e prospettive. I due casi sembrano separati, ma sono eventi periferici dello stesso ciclone, quello degli smartphone. Forse sta suonando un campanello d’allarme per i grandi organismi dell’Ict.
Apple Mac Software Engineering
La prima situazione riguarda Apple, dove Bertrand Serlet ha lasciato la posizione di Senior Vp del Mac Software Engineering e anche l’azienda. Dopo 22 anni, il padre di MacOs X si dedicherà ad attività che definisce più scientifiche e meno collegate a prodotti. Al cambio della guardia troviamo Craig Federighi, finora Vp della divisione di Serlet; come lui a suo tempo in Next, come lui ora posto direttamente sotto Steve Jobs.
La sostituzione di un presidente con il suo vice è una prassi comune, ma in questo caso sembra che ci possa essere qualche “dietro le quinte”. L’interpretazione corrente del cambiamento, secondo alcuni commentatori, va più che altro nella direzione della perdita di fuoco di Apple su MacOs. Quello che l’azienda definisce “il miglior sistema operativo del mondo” non è oggi il più importante opsys in Apple, focalizzata su iPhone e iPad.
Inoltre l’azione sembra pianificata, poiché Federighi, a lungo Cto ad Ariba, era rientrato in Apple nel 2009, evidentemente con le giuste motivazioni.
Intel Ultra Mobility Group
Il secondo avvicendamento è per me più sentito, dato che ebbi modo di scambiare opinioni con Anand Chandrasekher, che ora passa la mano nella conduzione dell’Ultra Mobility Group di Intel.
Il suo ruolo verrà preso non da una ma da due persone, Mike Bell e Dave Whalen, che riporteranno a David Perlmuttler. Anche in questo caso ci sono dietro rumori negativi, volti a sottolineare come gran parte dei recenti annunci di prodotto di Chandrasekher siano rimasti lontani dal successo commerciale. In particolare Moorestown, l’Atom modificato per tablet e smartphone, “è stato un fallimento totale”, ha commentato Linley Gwennap, analista del settore semicon, “ma bisognerà vedere come andrà l’integrazione della linea di prodotto Infineon e a quali risultati porterà il successore di Moorestown, ovvero Medfield“, atteso già quest’anno.
Di fatto, se Chandrasekher ha lasciato sotto pressioni per questi fallimenti, la colpa sembra più delle scelte dell’azienda che non di un compartimento che a suo tempo, con Centrino -in particolare con il suo cuore- risolse molti degli emergenti problemi di una Intel scossa dall’insuccesso del Pentium 4.





