Poche le tecnologie assistive. Una fotografia della situazione nell’analisi della School of management del Politecnico di Milano
“Le imprese tendono ad assumere persone con disabilità che non ne compromettano l’utilizzo delle tecnologie informatiche e/o far svolgere loro mansioni in cui non è necessario l’utilizzo delle stesse se la disabilità lo impedisce, con un approccio che possiamo definire di “dissoluzione” del problema ex-ante”.
La School of management del Politecnico di Milano sintetizza così il rapporto tra Ict e disabilità nelle imprese italiane. L’analisi arriva alla fine di un’indagine, realizzata in collaborazione con la Fondazione Asphi Onlus che ha coinvolto un campione statisticamente significativo di 1.060 piccole e medie imprese italiane.
“La Ricerca mette bene in evidenza come ad oggi il problema dell’accessibilità dei sistemi informativi da parte del personale con disabilità sia “dissolto” a monte da molte imprese – ha sottolineato Andrea Rangone, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Ict Accessibile e Disabilità, presentando la ricerca – che, infatti, tendono ad assumere persone con disabilità che non compromettono l’utilizzo delle tecnologie informatiche e/o fanno svolgere loro mansioni in cui non è necessario l’utilizzo delle stesse se la disabilità lo impedisce. E’ evidente il rischio, con questo approccio, di escludere proprio quelle persone con disabilità che sono in grado, per capacità personali, di svolgere ruoli aziendali in cui è necessario l’accesso ai sistemi informativi, ma che richiedono, per poterlo fare, di adeguati interventi sui sistemi informativi (a livello, ad esempio, di tecnologie assistive). In questi casi si rischia di creare un “digital divide” e di non utilizzare al meglio le capacità di queste persone, in contrasto con la legge 68/99 e soprattutto con la legge Stanca che cerca di mettere in luce come potenzialità e capacità di un dipendente con disabilità rischiano di rimanere inespresse se non supportate da un contesto Ict inclusive.”.
Considerando le imprese in cui sono presenti dipendenti con disabilità (33%), solo una parte di queste ha dotato di tecnologie assistive i propri lavoratori con disabilità (21%), per consentire loro l’accesso ai sistemi informativi aziendali. Nei restanti casi raramente (4%) vi è l’intenzione di migliorare in futuro l’accessibilità del sistema. Considerando le aziende in cui sono presenti dipendenti con disabilità che accedono a strumenti informatici (233 imprese), solo il 21% è dotato di tecnologie assistive e ausili che permettono di rendere accessibili i propri strumenti informatici. Nel 4% dei casi si è rilevata l’intenzione di adottare in futuro un nuovo approccio per migliorare l’accessibilità del sistema.
Le tecnologie assistive presenti sono prevalentemente per dipendenti con disabilità visiva – come gli schermi e le applicazioni per ipovedenti – ma si riscontrano alcuni casi in cui sono stati introdotti ausili a favore di dipendenti con disabilità uditiva (come la sotto-titolazione dei file multimediali), fisica (come le tastiere speciali, i joystick e sensori vari), e intellettiva (come i sistemi di riconoscimento del parlato). Accanto alla presenza di tecnologie assistive, in alcune realtà aziendali sono state messe in atto misure specifiche riguardanti la postazione di lavoro.





