Ibm progetta il computer più veloce del mondo

L’azienda di Armonk rivela i dettagli di Blue Gene, il nuovo supercomputer caratterizzato da un innovativo design del processore e dall’inclinazione verso la piattaforma Linux.

9 Maggio 2003 Si chiama Blue gene e, nelle intenzioni di Ibm, sarà il computer più veloce del mondo. Big Blue ha infatti rivelato le ambiziose strategie per espandere gli orizzonti del supercomputing, al fine ultimo di creare un sistema che sia in grado di elaborare un quadrilione di operazioni al secondo, ossia un petaflop.

Blue Gene dovrebbe dunque assurgere al ruolo di pietra miliare, ancora più veloce del computer che oggi offre le più alte prestazioni nello specifico settore, il modello Earth Simulator della Nec. Ibm ha già iniziato a costruire i chip che saranno utilizzati nella prima supermacchina (Blue Gene/L, la cui presentazione ufficiale è prevista entro la fine del 2004), che opererà con sistema operativo Linux e disporrà di oltre 65mila nodi di computing. Ognuno di questi nodi ha un piccolo chip con un numero insolitamente elevato di funzioni integrate nel singolo pezzo di silicio: due processori, quattro motori matematici di accompagnamento, 4 Mbyte di memoria e sistemi di comunicazione per cinque differenti network.

Insieme a Blue Gene/L è in via di sviluppo anche il sistema sperimentale chiamato Cyclops, che dovrebbe contenere, nella stessa “fetta” di silicone, un numero ancora maggiore di processori. Si presuppone che Ibm userà Linux su tutti i modelli della famiglia Blue Gene, il cui scopo originario era ridurre l’onere dei processi di computazione nell’utilizzo delle leggi fisiche per prevedere come le catene dei blocchi di costruzione biochimica descritte dal Dna si riversino in molecole di proteine voluminose come l’emoglobina.

Adesso Big Blue ha esteso gli obiettivi fino a includere la simulazione delle condizioni climatiche globali e le analisi dei rischi finanziari. Naturalmente dietro tutto questo ci sono fini commerciali che Ibm non nasconde: l’obiettivo è infatti produrre una tecnologia (e i suoi relativi utilizzi) da vendere agli utenti.

Nel settore delle apparecchiature di elaborazione tecnica ad alte prestazioni (un mercato dal valore di 4,7 miliardi di dollari), l’azienda di Armonk attualmente si piazza al secondo posto, subito dietro Hewlett-Packard. Ma dal 2001 al 2002 le vendite di Ibm hanno registrato un’impennata del 28 % (da 1,04 a 1,33 miliardi di dollari), mentre Hp ha registrato un altrettanto netto declino del 25 per cento, passando dai 2,1 miliardi di dollari del 2001 agli 1,58 miliardi incassati l’anno successivo (fonte Idc).

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