Ibm e National Geographic in viaggio alla ricerca di Adamo

Un progetto che ha come obiettivo indagare e preservare la biodiversità genetica dell’umanità.

The Genographic
Project

” è uno studio di genetica antropologica quinquennale al quale lavorano Ibm e National Geographic, che si propone di tracciare una storia dei flussi migratori e delle connessioni tra le diverse specie umane.
Gruppi di medici e di biologi sono attualmente in giro per il mondo per raccogliere informazioni e campioni organici presso popolazioni indigene che ancora vivono in stato di isolamento, portatrici di patrimoni genetici puri e scarsamente incrociati.
Da questi campioni di saliva, sangue, tessuto si risale al Dna che, sequenziato, viene poi inserito in un database a sua volta complementato con altre informazioni provenienti da reperti umani ritrovati ad esempio in alcuni siti archeologici.
Questo database – racconta
Pietro Lopriore, che in Ibm opera nella divisione Heathcare & Life Science –
finirà per diventare una sorta di libro di storia genetica dell’uomo, prima
che venga del tutto cancellata dalla globalizzazione

”.
Il progetto è finanziato dalla Waitt Family Foundation, ma è aperto anche alla partecipazione del pubblico.
Con un contributo di 99 dollari (più spese di spedizione) si può richiedere lo speciale kit per prelevare i propri campioni di saliva, da inviare poi in provetta e in forma anonima ai laboratori incaricati dalla Fondazione per lo svolgimento delle analisi.
In poche settimane, al numero di serie del kit inviato corrisponderà una sequenza di Dna, che, grazie all’ausilio di software di pattern discovery (analisi degli allineamenti) verrà messa a confronto con i Dna storici.
Le mutazioni genetiche – spiega
ancora Lopriore – sono identificate attraverso dei veri e propri marcatori,
i cosiddetti marker. Attraverso le analisi dei marker è possibile risalire agli
aplogruppi, vale a dire ceppi di individui, non necessariamente di uguale
fenotipo, il cui Dna è caratterizzato dagli stessi marker
”.

In altre parole, l’analisi comparata del Dna (anche tra persone con caratteristiche fisiche assai diverse), consente di risalire all’Adamo di ciascun individuo, tracciandone non solo l’origine, ma anche il percorso migratorio.
L’Italia – conclude Lopriore – è considerata
un territorio particolarmente interessante per questo tipo di ricerca, poiché
nel nostro Paese ancora resistono ceppi di popolazione con patrimoni genetici
poco incrociati. Si tratta di comunità chiuse, le cui origini possono essere
fatte risalire a qualche decina di individui

”.
In questi casi, al di là dell’interesse storico, entra in gioco anche un altro ramo della ricerca: la gnomica clinica.
In questo caso l’obiettivo è risalire ai marker che possono rappresentare la causa dell’insorgenza di alcune malattie.

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