I risvolti sulla Pa dell’eProcurement

L’Osservatorio dalla School of Management del Politecnico di Milano ha analizzato le principali dinamiche avvenute nel 2005

Sono diversi gli obiettivi che si pone l’Osservatorio eProcurement nella
Pa (edizione 2006) pubblicato per il secondo anno dalla School of Management
del Politecnico di Milano. Secondo Andrea Rangone curatore del rapporto, si
propone, innanzitutto, di creare cultura e analizzare le principali dinamiche
che sono alla base del processo diffusivo dell’eProcurement nella Pa;
misurare il volume di acquisti complessivamente gestito con questa modalità
e comprendere criticamente gli impatti di questi nuovi strumenti sui processi
di acquisto degli enti pubblici, individuando, in particolare, sia i benefici
ottenuti che le eventuali criticità affrontate. Partendo con il chiarire
che per eProcurement si intende l’insieme degli strumenti basati sulle
tecnologie Ict a supporto dei processi di acquisto, questo può essere
schematicamente caratterizzato da tre ambiti applicativi: l’eSourcing,
che supporta tutte le attività che vanno dalla ricerca di nuovi fornitori
alla loro valutazione e certificazione fino alla negoziazione vera e propria;
l’eCatalog, che supporta il processo di acquisto ricorsivo basato su un
catalogo elettronico di un prodotto/servizio per il quale è già
stato definito un contratto o di cui sono chiare le specifiche di fornitura;
l’eMarketplace, cioè il luogo virtuale di incontro fra domanda
e offerta, basato su un modello di business “molti a molti” e su
una piattaforma simile e meno sofisticata di quelle di eCatalog, dove sono presenti
i prodotti offerti da diversi fornitori “certificati” per la Pa.

Nell’analizzare quanto ha pesato economicamente il mercato nel 2005 in
Italia, Rangone ha sottolineato che il valore è di poco superiore ai
252 milioni di euro (che si confrontano con i 76 milioni del 2004), realizzati
per il 74% da aste/gare (eSourcing), mentre la restante quota se la dividono
alla pari l’eMarketplace e i negozi elettronici/eCatalog. Nonostante la
crescita (+231%) indichi che è in atto una dinamica interessante, le
cifre in gioco sono ancora molto modeste, soprattutto se si considera che la
Pa nel complesso ha fatto acquisizioni per oltre 100 miliardi di euro. La ricerca,
va anche specificato, si è basata su 68 studi, realizzati tramite interviste
dirette, dei quali 55 sono studi di caso relativi ai principali enti pubblici
italiani utenti e ad alcuni non utenti di soluzioni di eProcurement (11 regioni,
12 provincie, 13 comuni, 8 enti della sanità, 3 amministrazioni centrali
e 8 enti di altro genere), affiancati da 13 studi di caso di operatori B2B pubblici
e privati che si rivolgono alla Pa nazionale.
Riguardo all’approccio tecnologico, alcuni enti hanno adottato soluzioni
realizzate internamente o ibride, altri soluzioni esterne, dove rientra la maggioranza
degli enti pubblici che utilizzano eProcurement.

Tra i fattori chiave che portano all’adozione di strumenti basati sulle
tecnologie Ict per i processi di acquisto, l’Osservatorio ha evidenziato
un deciso commitment della dirigenza, inteso come vertice politico, direttivo/amministrativo,
e la definizione di obiettivi tattici (orientati al breve termine) oppure strategici
(con un orizzonte di medio-lungo termine).
Nel complesso i benefici ottenuti possono essere sintetizzati, per eSourcing,
in una riduzione dei +prezzi di acquisto, in un aumento dell’efficienza
e dell’efficacia del processo e in una maggior trasparenza, tracciabilità
e controllo della spesa, mentre sul fronte eCatalog ed eMarketplace, oltre al
maggior controllo della spesa e a un aumento della semplicità del processo
e riduzione dei tempi, si evidenzia anche la possibilità di accedere
a un elenco di fornitori abilitati e di poter visionare l’offerta di diversi
vendor.

Attuare il change management
A commento della presentazione dell’Osservatorio, Danilo Broggi, amministratore
delegato di Consip (l’ente che gestisce servizi e progetti a valore aggiunto
per il Ministero dell’Economia e delle Finanze e per altre strutture della
Pubblica amministrazione sia centrale che locale) ha dichiarato che l’eProcurement
sta diventando una realtà e rappresenta un punto di partenza importante
per quanto riguarda l’innovazione e la ricerca nella Pa. L’eProcurement
può, inoltre, essere un motore di innovazione sul mercato in quanto attiva
una serie di processi accompagnati da una domanda che coinvolge tutta la filiera.
E ha citato come esempio quanto successe nel 2004 in Brasile, il cui governo
attivò una gara su Linux che fu dirompente, perché introdusse
un livello di innovazione che era poco conosciuto, ma ebbe una positiva ripercussione
anche su Microsoft, che per essere competitiva abbassò i prezzi. Per
chi opera nella Pa, dunque, l’eProcurement significa un cambiamento organizzativo
che coinvolge responsabilità, processi, strumenti, risorse, in definitiva
il change management.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome