I primi dati di it.alia

L’osservatorio ideato da esprinet e realizzato dall’Ispo lascia per il momento poco spazio all’ottimismo

Per valutare le prospettive del mercato It da oggi c’è un nuovo strumento. Si chiama It.alia ed è l’osservatorio ideato da Esprinet in collaborazione con l’Ispo di Renato Mannheimer che ha l’obiettivo di individuare gli indicatori attitudinali che facciano scoprire le tendenze della domanda e un indice di gerarchia di scelta delle famiglie e delle aziende italiane tra differenti categorie di spesa. La prima edizione dell’osservatorio non brilla per ottimismo per quanto riguarda le famiglie mentre lascia qualche margine di speranza per le imprese.
Secondo i dati presentati da Mannheimer per famiglie e aziende l’indice sintetico delle intenzioni di spesa appare in calo per tutto il 2002. “Nel 2003, invece, l’indice tende a crescere presupponendo una intenzione di spesa sostanzialmente uguale al 2001 per le famiglie e tendente al recupero per le aziende”.
La stima della dotazione hi tech delle famiglie parla di un 44% di possessori di pc, un dato che include probabilmente anche le console, che andrebbero però conteggiate a parte vista l’importanza dei giochi per il consumer. Un po’ alte sono le stime relative agli altri prodotti i possessori di lettori Dvd che sono il 21%, macchina fotografica digitale, 16%, videocamera, 28%, e agenda elettronica o palmare che sarebbero presenti nel 10% delle famiglie italiane.
Per quanto riguarda la propensione all’acquisto, nel 2002 il 30% vuole comprare molto di più (3%) o semplicemente di più rispetto all’anno precedente. Il 36% è stabile e il 34% si divide fra meno (28%) e molto meno (6%). Nel 2003 la fetta di chi vuole aumentare gli acquisti scende al 27%, si ingrossano le fila di chi rimane stabile (48%), ma diminuiscono anche i più refrattari che scendono dal 34 al 25%. L’hi tech rimane comunque all’ultimo posto fra le voci di spesa delle famiglie battuta da arredamento, auto, elettrodomestici, abbigliamento ed elettronica di consumo. Per le aziende i big spender per l’hardware passano dal 24% del 2002 al 25% del 2003, gli stabili dal 32 al 50 e chi ha deciso di risparmiare dal 44 al 25. Per il software vogliono spendere di più il 25% nel 2002 e il 21% nel 2003, la fascia intermedia riguarda prima il 32 poi il 54% del campione e quella che non mette mano al borsellino passa dal 43 al 25%. Fra le voci di spesa il miglioramento degli apparati informatici viene comunque dopo il miglioramento dell’apparato produttivo e dell’assunzione e formazione del personale.

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