I plus della versione 5 di WebRatio

La versione 5 di WebRatio rappresenta, secondo Stefano Butti, Ceo e co-fondatore di Web Models, un grosso salto in avanti, per varie ragioni, la prima delle quali è l’inserimento della soluzione all’interno della comunità open source Eclipse: «Così fac …

La versione 5 di WebRatio rappresenta, secondo Stefano Butti, Ceo e co-fondatore di Web Models, un grosso salto in avanti, per varie ragioni, la prima delle quali è l’inserimento della soluzione all’interno della comunità open source Eclipse: «Così facendo, abbiamo voluto abbattere alcune delle barriere all’ingresso che avevamo in questi anni, in quanto pur adottando l’Xml o Java, era di fatto uno strumento proprietario. Adesso manteniamo ancora la proprietà intellettuale e fisica del codice, però abbiamo utilizzato Eclipse come strumento di sviluppo, che viene usato da milioni di sviluppatori Java in tutto il mondo, che detta le regole sulla disposizione dei menu, per cui così facendo avremo un maggior inserimento di WebRatio in ambito open. Quindi, oltre all’inserimento di Eclipse come facilitatore di sviluppo, la versione 5 porta molte migliorie rispetto alla precedente, come per esempio la gestione ommnicomprensiva del progetto. Il nostro mondo è Java, per cui tutte le aziende che hanno già una propria struttura di sviluppo in Java, sono molto più facilitate con la nuova versione, perché hanno uno strumento che si inserisce molto più facilmente nei loro ambienti».

La nuova versione ha anche migliorato le prestazioni di generazione e ha iniziato una strada che è quella dell’avvicinamento anche al mondo dello sviluppatore, in quanto stiamo adottando standard che consentono sempre di più la visibilità sul codice generato, su cui tendiamo a dare una totale apertura. Il codice dello strumento di modellazione di WebRatio rimane proprietario, quello che invece la società vuole aprire è quanto viene generato. «Il codice che esce da WebRatio è aperto, e, grazie all’integrazione con Eclipse, adesso è anche più facilmente visibile – riprende Butti -. Per adottare tutti i vantaggi di WebRatio bisogna essere coscienti, che non è mai bene modificare il codice generato, per una questione culturale. Tuttavia psicologicamente è utile sapere che, comunque vadano le cose, il codice che viene generato si può modificare. La nostra filosofia è che se anche il codice generato non soddisfa lo sviluppatore, si può modificare, e facendo un passo in più, il codice che è stato modificato può rientrare all’interno dello strumento di sviluppo e quindi può essere riutilizzato. E questa è una nostra peculiarità, che dimostra come WebRatio sia aperto ad assorbire nuovi componenti».

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