I nuovi Opteron: da Barcelona a Shanghai

Presentato il nuovo Shanghai, evoluzione degli Opteron attuali.Già pronta l’offerta commerciale.

AMD ha presentato il nuovo processore Opteron, nome in codice Shanghai che andrà ad affiancare e poi nel corso del prossimo anno, sostituire, gli attuali Opteron chiamati Barcellona, una presentazione che dalla carta si è riversata subito sul mercato, essendo già disponibili le soluzioni e il prodotto.
 
Obiettivo di AMD è continuare nella penetrazione nel mercato di server e workstation con una politica che prevede la compatibilità a livello di piattaforma con maggiori performance e minori consumi, questo in gran parte dovuto al nuovo processo di produzione portato a 45 nanometri e ad alcuni miglioramenti a livello architetturale nel processore.

I nuovi Processori Opteron Shanghai sono stati introdotti da Emilio Ghilardi, Senior Vice President and General Manager, AMD EMEA, fresco di nomina dopo 25 anni passati in HP, che non ha esitato a definirlo il migliore processore nel campo delle CPU x86 per performance e risparmio energetico.


Il manager ha poi sottolineato come l’entrata nel capitale di AMD dei fondi arabi, e la conseguente creazione di The Foundry Company, che si occuperò di gestire le fabbriche per la produzione di CPU, ha permesso ad AMD di riorganizzarsi dopo il periodo di crisi profonda e di concentrare ancora di più le forze sulla ricerca e sviluppo.
 
Un momento positivo dopo mesi di buio, sostenuto anche dalla pubblicazione dell’ultima trimestrale, positiva considerando lo stato in cui versa l’economia mondiale. E proprio da questa crisi potrebbe trarre beneficio il nuovo Opteron, visto come stanno cambiando le richieste dei datacenter: da un aumento di pure performance a una diminuzione dei costi in fatto di consumo energetico e di infrastruttura e di sistemi di raffreddamento.

Si calcola infatti che nel costo totale solo il 30% derivi dall’acquisto di hardware e delle macchine e oltre il 50% è rappresentato dai costi dell’energia. Negli ultimi due anni, complice anche l’impennata del petrolio, il costo dell’energia è salito del 424% e nei prossimi si stima che continuerà a salire del 25%.

Da un’economia di pura crescita si dovrà iniziare a fare i conti con la sostenibilità a tutti i livelli. La nuova generazione di microprocessori Opteron sarà basata su un processo produttivo di 45 nanometri, rispetto ai 65 degli attuali, e questo permette di aumentarne la frequenza operativa da un massimo di 2,3 a 2,7 GHz e il numero di transistor all’interno di quasi 300 mila unità.

Buona parte di questi sono dedicati all’aumento della cache condivisa tra i quattro core che viene portata a 6 MB, più ampia e quindi AMD ha migliorato anche la gestione dei quattro core presenti all’interno del processore, in particolare in fase di inattività, il processore può spegnere ora il core inattivo, diminuendo così i consumi, potendo spostare i dati nella cache condivisa.

Altro elemento fondamentale, sia per quanto riguarda l’innovazione tecnologica, sia per quanto riguarda il risparmio all’interno dei datacenter è la virtualizzazione.

Migliorata nel supporto di alcuni elementi come Rapid virtualization indexing, Enhanced Tabbed TLB, permette per esempio di andare a sfruttare i processori inattivi per fornire servizi ulteriori senza dover dedicare altro hardware, con un risparmio sensibile nei costi.

Durante la presentazione sono state presentate macchine dei principali hardware vendor, e considerando la retrocompatiblità con la piattaforma ci sono 85 motherboard già disponibili, previo aggiornamento di BIos, in grado di ospitare i nuovi Opteron. Elemento che per esempio non si potrà trovare nei nuovi processori Xeon di Intel basati sulla nuova architettura Nehalem, che tra l’altro i primi test preliminari confermerebbero anche più esosi in fatto di consumi dei corrispettivi Opteron a 45 nanometri.

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