I nuovi infermieri formati con la teledidattica

L’Università di Milano Bicocca e Telecom hanno implementato una struttura online per il corso di laurea in Infermieristica. Serve quattro sedi distaccate, con la stessa qualità del servizio.

L’Università Milano Bicocca e Telecom Italia hanno presentato a Milano una piattaforma tecnologica di insegnamento a distanza in grado di fornire agli studenti un modo nuovo e totalmente online per completare il proprio corso di laurea.


Il corso in questione è quello in Infermieristica, una delle lauree brevi introdotte dalla riforma del sistema universitario. E la cui modalità di fruizione totalmente online viene sancita ora perché si è completato da poco il primo triennio, con tanto di laureati, che fanno pure da testimonial della validità dell’iniziativa.


La presentazione della piattaforma, infatti, è stata validata dalla testimonianza di una neolaureata lecchese in infermieristica, che ha seguito i corsi dall’azienda ospedaliera di Lecco, anziché recarsi presso l’isituto centrale di Monza.


Lo stesso hanno fatto e faranno, per tutto il triennio gli studenti di Sondrio, Desio e Bergamo, che insieme a quelli di Lecco e Monza sono sotto l’egida di Milano Bicocca per quanto riguarda la laurea in Infermieristica.


Il fine e i tempi sono stati ben riassunti dal Magnifico rettore dell’Università Milano Bicocca, Marcello Fontanesi («Bisogna portare il momento della formazione lontano dalla sede universitaria») e dal professore Andrea Stella, presidente del corso di laurea in Infermieristica: «la piattaforma viene istituzionalizzata adesso perché ora ci si può laureare. Prima si trattava solo di raggiungere un diploma». Il problema, quindi, era prevalentemente organizzativo e inerente il merito scolastico.


Ha proseguito, infatti, Stella: «Ci siamo accorti che il livello di insegnamento non era omogeneo fra tutte le cinque sedi. Era necessario dare uniformità alla qualità della formazione».


In questo senso, la tecnologia si mette a disposizione della scuola per livellare e parificare, ovviamente verso l’alto, la qualità della formazione. E lo fa senza portare limitazioni derivanti dal suo essere tecnologia.


Ovvero, tutto quanto si è fatto, lo si può fare, basta volerlo e mettersi d’accordo.


Come ha ricordato Stella, «andavano vinti i preconcetti dell’azienda ospedaliera deputata a ospitare gli studenti, e un po’ si è dovuto anche convincere i docenti. Ma ora il sistema implementato è sufficiente. E non si tratta di videoconferenza e nemmeno di e-learning classico».


È proprio una virtualizzazione della sede universitaria, una suddivisione in cinque parti, ognuna delle quali segue in tempo reale la docenza.


Una, quella di Monza, dal vivo. Le altre 4 (Sondrio, Desio, Lecco e Bergamo) da remoto.


Una regia digitale presso la sede, infatti, veicola i contenuti multimediali, ripresi da una videocamera, verso la rete Ip approntata da Telecom Italia Wireline, che li mette a disposizione in tempo reale alla quattro aule collegate dalle altrettante sedi.


Il collegamento è a 2 Mbps e punta su client di aula che dispongono di dispositivi di input e output: il docente nella sede centrale vede le aule periferiche e controlla lo stato di attenzione dell’uditorio.


Insomma, davanti a se ha 40 studenti dal vivo, ma complessivamente ne ha 300.


Il backend presso la struttura universitaria di Monza comprende una Lan con un media server, un media encoder, uno per le attività di Computer assisted education, in monitor remoto e la piattaforma per il docente. Per lo streaming viene utilizzato un sistema di videocomunicazione creato da Telecom che usa codec Mpeg4.


I client periferici, Windows, gestiscono la lezione con l’intervento di tutor.

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