I dettagli da non sottovalutare

Gartner Dataquest invita a riflettere su alcuni aspetti rilevanti quando ci si avventura in un progetto di identificazione in radiofrequenza: Standard: per i progetti che vedono impiegati i tag passivi, bisogna considerare la Generazione 2 di tag e let …

Gartner Dataquest invita a riflettere su alcuni aspetti rilevanti quando ci si avventura in un progetto di identificazione in radiofrequenza:

Standard: per i progetti che vedono impiegati i tag passivi, bisogna considerare la Generazione 2 di tag e lettori. Quest’ultima, infatti, si candida a essere lo standard de facto per la maggior parte delle implementazioni Rfid all’interno della supply chain. In realtà, però, ci sono ancora pochi prodotti sul mercato basati su tale specifica.

Architettura: le aziende che implementano l’Rfid, troppo spesso sottovalutano l’importanza di un’architettura adeguata. In generale, infatti, i primi deployment sono legati al miglioramento delle operazioni, quindi, sono presi in carico e gestiti dal responsabile operativo, con la direzione It che svolge un ruolo più che altro di supporto. Tuttavia, quando i progetti pilota iniziano a diffondersi su larga scala, il problema del set di software più idoneo a supportarli si pone con urgenza. La decisione dovrà tenere conto degli sviluppi futuri di questo tipo di soluzioni che, per loro natura, producono un’enorme mole di dati e informazioni che va gestita.

Sicurezza: anche se ancora, per le applicazioni Rfid, non si hanno notizie di attacchi virulenti, in futuro, con il progressivo diffondersi dell’identificazione in radiofrequenza, c’è da aspettarsi l’insorgere di nuovi problemi di sicurezza e di attacchi diretti proprio a tali applicazioni. L’aspetto della massima protezione dei dati relativi ai semilavorati e prodotti tracciati, quindi, non può essere sottovalutato.

Struttura del progetto: se è vero che, inizialmente, le iniziative Rfid sono spinte e gestite dalla produzione o dal magazzino, è però auspicabile la creazione di un centro di competenza/eccellenza specifico. Quest’ultimo si dovrebbe occupare di diffondere la cultura dell’identificazione in radiofrequenza in azienda e di promuovere le best practice del caso, accelerando l’adozione di queste soluzioni.

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