In un evento organizzato da Idc si è parlato di razionalizzazione, semplificazione e integrazione
Qual è l’impatto della crisi economica sulle strategie It? Qual è l’agenda delle priorità per i prossimi mesi? Quali sono le opportunità offerte dal mercato? La Cio Conference organizzata di recente da Idc a Milano poneva questioni importanti agli addetti ai lavori. A sorprendere è stata la calma con cui gli It manager invitati al dibattito hanno raccontato la loro personale esperienza. La loro percezione, infatti, è che la crisi abbia solo accelerato i bisogni del business i quali, in ogni caso, si sarebbero prima o poi manifestati. Ottimizzare e realizzare progetti mission critical, cercando di contenere i costi e di ottenere maggiore efficienza, non fanno parte di una strategia d’emergenza ma sono normali obiettivi di una buona governance.
«Abbiamo sempre dovuto affrontare momenti di crisi – ha ribadito Paolo Daperno, direttore sistemi informativi e organizzazione processi di Illycaffè -. Al momento, il nostro percorso di crescita aziendale è rallentato ma non interrotto. Nel mondo dell’It, non c’è mai nulla di definitivo. Oggi la nostra strategia si diversifica su due livelli: da un lato sfruttare le nuove tecnologie per creare un modo innovativo di relazionarsi con i consumatori e, dall’altro, avere un sistema capace di servire al tempo stesso la capogruppo e le sue diverse consociate». «L’It deve offrire l’adeguato supporto attraverso un’infrastruttura elastica e robusta – ha proseguito Daperno -. Le innovazioni di processo sulle varie procedure possono essere tante, perché il mercato è in continua evoluzione. Il vantaggio dei periodi di crisi è che tutti sono maggiormente disposti a favorire il cambiamento». Illustrando le proprie priorità, il manager di Illycaffè, spiega i focus: semplificazione dei processi e dell’organizzazione per aumentare l’efficienza, e razionalizzare un’infrastruttura tecnologica che, a causa della rapida evoluzione aziendale, si è sviluppata un po’ in maniera frammentata. L’ultimo punto è di migliorare la collaborazione, coinvolgendo paesi e funzioni in un unico obiettivo di business, attraverso l’utilizzo di un linguaggio comune.
«In un momento di crisi è importante che tutti ragionino sullo stesso tipo di informazione – ha ribadito Daperno -. Business intelligence, Data mining, Decision system ruotano attorno ai dati e questi devono essere uguali per tutti e condivisi. La cultura del numero è importantissima: aiuta a fare business e serve a misurarlo». Il Cio conclude con una riflessione interessante sul fatto che in un periodo di crisi il personale aziendale possa essere innervosito dalla difficoltà di portare risultati, e che, per questo, debba essere coccolato di più dall’It. Insomma, approfittando della crisi, i Cio possono dimostrare il proprio valore aggiunto anche in termini di servizio, apportando quelle modifiche e quelle variazioni indispensabili all’efficienza aziendale.
«Alla mia direzione è stato chiesto di cercare efficienza nei costi dell’It – ha confermato Carla Masperi, direttore dei sistemi informativi Fondazione San Raffele del Monte Tabor – il che si può fare senza compromettere l’innovazione di processo in atto. Nella sanità, i costi correlati all’It permettono di fare saving più velocemente. Due casi per tutti? Virtualizzazione e consolidamento». L’ospedale San Raffaele, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico che fa parte della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor è accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale e dispone, nella sua sola sede, di 1.083 posti-letto, di cui 47 dedicati all’attività libero-professionale intramuraria. Centro di ricerca di riferimento nazionale per la medicina molecolare, il diabete e le malattie metaboliche, le biotecnologie e le bioimmagini, conta ogni anno 58.200 ricoveri, oltre 7,2 milioni tra prestazioni ambulatoriali e esami di laboratorio. La digitalizzazione della cartella clinica del paziente e l’integrazione sempre più spinta con tutte le realtà relazionate al Ssn fanno parte di uno sviluppo che coinvolge l’intero paese. Portando un indiscutibile valore all’azienda l’It per sua natura deve essere pensato in continuo divenire. Gli investimenti sul medio e sul lungo termine, gerarchizzati in base a priorità incentrate sul miglioramento della struttura organizzativa, devono includere una visione d’insieme di tutti i processi coinvolti. Facilitare la gestione documentale delle cartelle cliniche legate al paziente e tutti i processi di tipo amministrativo, che per una realtà ospedaliera includono accettazioni, prenotazioni, ricoveri e dismissioni, visti al di fuori del contesto specifico sono solo procedure di cui s’impone la razionalizzazione secondo linee di integrazione, semplificazione e trasparenza. «È vero: siamo soggetti a continue pressioni – ha commentato la responsabile dei sistemi informativi – più si dà e più gli utenti chiedono. Dobbiamo essere tempestivi e porci in una logica di servizio facendo molta attenzione anche agli aspetti comportamentali, ampliando le visioni correlate al change management». Per questo è strategico investire nelle competenze dello staff It, per migliorare l’erogazione dei servizi interni e il presidio dei processi; in questo senso Maspero ribadisce l’importanza dei demand manager in azienda, che intercettano le esigenze per tradurle in eventuali progetti di efficientamento.
In generale, dalle tavole rotonde del convegno è emerso come la conoscenza dei processi di business sia fondamentale per poter definire le linee di una governance e di tutti gli aspetti correlati, come la compliance, la qualità e la sicurezza. Essere C-level, infatti, significa far parte della squadra dirigenziale, con responsabilità di coordinamento e di comunicazione tecnologica, ma orientata al business.





