I blog in versione business

Come utilizzare i blog per la propria professione? Quali sono le attività che è importante intraprendere o gli errori da evitare? Ecco alcuni consigli.

Il web 2.0 è una realtà comprensibile ormai dalla maggior parte delle persone. Al bar, durante le pause pranzo o gli aperitivi, si parla di Facebook o delle ultime trovate nel campo dell’elettronica e dell’informatica di consumo recensite dai blog che fanno tendenza. Ma blog e siti di social networking possono in qualche modo essere ricondotti a strumenti di promozione per la propria attività?

La pubblicità sui Blog
Chi “frequenta” i blog e i siti di social networking sa che la domanda può essere considerata ormai quasi retorica, visto che su entrambi abbondano i banner pubblicitari, che sono poi il modo più veloce e concreto che ha un’azienda per farsi conoscere sul Web.

Come già accade sui siti tradizionali, molti blogger sono oggi disponibili a ospitare pubblicità: di solito il meccanismo è quello legato al numero di visite che il blog registra in un mese e sulla base di queste il blogger guadagna di più o di meno. Il sistema di Google Ads, che fa comparire sul blog o sul sito la pubblicità “a tema” (Adsense) con gli argomenti trattati dall’autore/editore, è il più diffuso. Ma ci sono anche società che elargiscono un fisso mensile indipendente dal numero di visite, per la vendita di link testuali, ovviamente finalizzati alla promozione di qualcosa.

Un esempio è l’offerta di LinkLift (www.linklift.it), un servizio di intermediazione che compra e vende link di testo sulla base di un sistema che è specchio di quanto sta accadendo in Rete negli ultimi anni: LinkLift vende alle aziende link di testo; i link sono scritti dalle aziende stesse sulla base del messaggio che vogliono far circolare sul Web; a questo punto LinkLift si accorda con i blogger (di sua scelta) che gli offrono spazio e a questi, se accettano di pubblicare sul loro blog il link di testo proposto,  riconosce un fisso mensile.

La via più difficile
Date per scontate le risorse della pubblicità – che comunque va acquistata a caro prezzo – possiamo tornare alla domanda iniziale, cioè se convenga buttarsi sui blog e sui siti di social networking per generare interesse verso il proprio lavoro. L’argomento è controverso e i pareri sono discordi.

C’è chi sostiene che non ci si deve meravigliare se negli strumenti dedicati alle relazioni interpersonali entrano anche proposte e informazioni legate al lavoro, dal momento che la vita privata e lavorativa sono ormai due aspetti collegati nella vita dell’individuo contemporaneo. Sull’altro fronte, invece, c’è chi grida allo scandalo al solo pensiero di far convergere sui blog o sui vari Facebook e Myspace la vendita spudorata di prodotti e servizi.

Questi ultimi vedono nel Web 2.0 l’ultimo baluardo in cui le persone si ritrovano a scambiare idee e opinioni gratuite, senza condizionamenti da parte di brand fortemente pubblicizzati sui media tradizionali e quindi in grado di influenzare le scelte della gente comune.

Ed è verosimile immaginare che non andranno mai a visitare il blog di una azienda. Ma forse proprio qui, nella pluralità dell’offerta in Rete, risiede il punto di contatto tra le varie posizioni: se, infatti, si ritiene che il blog sia solo uno strumento di relazione tra individui e che debba essere privo di riferimenti al mondo del business, ci si collegherà solo a quelli che la pensano come me.

D’altra parte, se tutti i blog sono uno strumento libero di espressione, non potrò impedire a un amico blogger di scrivere che “l’altro giorno ha acquistato il tale prodotto e che, lo deve proprio ammettere, funziona benissimo”.

Con i numeri di traffico generati dall’universo dei blog, il cosiddetto passaparola assume significati del tutto nuovi, e in molti tra aziende e professionisti cominciano a capire che, proprio sull’esempio appena fatto, si basa la possibilità di raggiungere un pubblico potenzialmente enorme.
Di fatto nessuno lo vieta, ma il suggerimento è di osservare alcune regole “non scritte” che vigono nella blogosfera.

Regola numero uno: mai tradire il blog
Sono più di 130 milioni i Blog nel mondo (anche se quelli costantemente aggiornati sono molto meno, circa un milione e mezzo, secondo i dati di Technorati, settembre 2008 ).

Resta il fatto che tutte queste persone possono dire un giorno, quasi all’unisono, che un determinato prodotto è valido al semplice scopo di segnalare agli amici, ai colleghi di tutta la blogosfera che se acquisteranno quel prodotto o quel servizio non getteranno via il loro denaro e si ritroveranno soddisfatti.

Un tale consiglio nasce da un’esperienza individuale positiva e dal desiderio di farne partecipe la comunità, mentre non vi sarà alcun interesse economico o di altro genere.

Questa caratterizzazione del Web 2.0 non va mai persa di vista da parte di colui che vuole entrare in questo mondo con lo scopo legittimo e preciso di creare consenso e interesse attorno a una propria idea.

L’importante è dire sempre la verità. Innanzitutto, la veridicità deve essere implicita già nella cura e nell’onestà con cui si è realizzata l’idea di cui sopra, sia essa un prodotto o un servizio: la gente comune non suggerisce a un amico di acquistare qualcosa che poi non funziona. In seconda battuta, la verità e la spontaneità devono sempre essere il motore nella comunicazione sui Blog.

Un semplice concetto può aiutare a capire la posizione che di fatto oggi va per la maggiore nell’universo di Internet e che sta permettendo a molti professionisti lungimiranti di ottenere anche buoni risultati in termini di ritorno di immagine e di business.

Il concetto è il seguente: nessuno mi vieta di scrivere sul mio blog che il mio studio di consulenza sulla sicurezza sul lavoro è molto competente e che quindi invito le aziende a contattarmi. L’importante è che sia tutto vero.

Quello di non mentire è il primo, importante consiglio che si da a chi sta pensando di utilizzare un blog per promuovere la propria attività.

Un’altra regola fondamentale  è di non provare mai a ingannare gli utenti della Rete perché, a differenza di quanto accade sui giornali e in TV, dove la gente legge, ascolta e guarda qualcosa di preconfezionato e non saprà mai se ha letto, ascoltato o visto il vero, nel Web presto o tardi, se si mente, si viene smascherati. E le conseguenze sono davvero pessime, al punto di farci asserire, con assoluta sicurezza, che se non si è certi dell’onestà delle proprie intenzioni, è molto meglio lasciar perdere il Web 2.0.

E’ purtroppo orami noto che si sono verificati casi di aziende che pagavano persone per dire quanto fosse valido il loro prodotto. È bastato che uno di questi individui, con l’identità coperta da uno pseudonimo, svelasse alcuni dettagli perché in pochi minuti il mondo intero sapesse che il tale marchio stava tradendo la fiducia degli utenti, e pertanto doveva essere trattato di conseguenza.

Mai come in questi casi si capisce che la comunicazione in Rete è davvero trasversale e capillare. Inoltre, non ci si deve mai dimenticare che il Netizen (persona che partecipa attivamente alla vita di Internet contribuendo e credendo fermamente nella libertà di espressione tramite questo mezzo, fonte Wikipedia) avrà sempre modo di verificare quanto è stato detto e quanto è accaduto, e di andare a ripescare dichiarazioni fatte anni addietro, che sono ancora lì, su Internet, nel comodo, veloce, moderno e soprattutto “indelebile” formato digitale.

Per chi sono i blog
Un primo filtro sull’opportunità di utilizzare i blog come diffusori delle proprie iniziative lo fa il tipo di professione e il settore in cui si opera. Certamente sarà difficile (e inutile) per una acciaieria farsi conoscere tramite un blog.

Dall’altra parte, un giornalista ha quasi il “dovere morale” di averne uno. Uscendo dagli estremi, si può dire che i professionisti (di qualsiasi campo) sono forse i più adatti alla gestione di un blog, essendo caratterizzati dalla possibilità di decidere dove e come impiegare il proprio tempo.

Ciò non toglie che anche molte aziende sono passate (o stanno passando) alla produzione di contenuti, attività che rappresenta il vero e proprio spartiacque tra chi visita i blog e al limite compra spazi pubblicitari, e chi invece vi partecipa attivamente.

Mauro Lupi – Amministratore di AdMaiora e blogger di successo – da molti mesi tratta sul suo Blog il tema del Company Generated Content (contenuti aziendali). Lupi sostiene che è possibile farsi un’idea di quali potrebbero essere le fonti (inaspettate) per generare contenuti aziendali: “…a guardare bene nei cassetti degli uffici – ci dice Lupi – si scoprono mille argomenti che potrebbe aver senso raccontare. C’è materiale ovunque in azienda: basta saperlo individuare, valorizzare e diffondere”. E ancora: “si può partire dalle classiche news aziendali (compresi i tradizionali comunicati stampa) che molto spesso celano contenuti che possono essere sviluppati in chiave informativa e una segnalazione specifica meritano tutti gli eventi come i convegni, i workshop, le fiere, che praticamente potrebbero estendere la loro vita se opportunamente digitalizzati e sviluppati sulla Rete…”. 

E poi c’è tutto il capitolo delle esperienze personali, molto spesso rappresentative di storie interessanti, e quindi contenuti perfetti per un blog.

Nelle aziende lo scoglio può essere quello di dover stimolare le persone affinché mettano al servizio di tutti, magari attraverso il blog aziendale, la propria esperienza, fatta anche, perché no, di aneddoti e curiosità. Ma i professionisti sono coloro che più avrebbero da guadagnare dal racconto, sul proprio Blog, di quanto gli accade di curioso e istruttivo quotidianamente, nello svolgimento della loro attività.

Un architetto di successo può raccontare come fa a trovare nuove idee e nuovi materiali per la realizzazione delle sue opere; un consulente può raccontare di quella volta in cui con un’intuizione fece risparmiare al suo cliente parecchio denaro; un avvocato può aver rintracciato una sentenza rivoluzionaria per la creazione di un precedente; e via dicendo.

Blog: i trucchi del mestiere
Dopo aver ben compreso i capisaldi della comunicazione sui Blog, ha un senso entrare più nel dettaglio del “mestiere” di blogger.
Elenchiamo una serie di buone regole pratiche e utili nella gestione quotidiana del vostro blog.

Quale piattaforma?
Ovviamente c’è l’imbarazzo della scelta. I principali quotidiani offrono un servizio di blogging gratuito ai propri lettori, ma in genere su queste piattaforme i contenuti sono relativi alle notizie. Molte Web Agency, invece, offrono un servizio comprensivo sia della piattaforma tecnologica su cui sarà pubblicato il blog, sia la suddivisione per temi di interesse, sia, infine, un aiuto nella gestione del blog stesso

Aggiornare
Se iniziate l’avventura di avere un blog dovete subito essere consapevoli che ci dovrete dedicare tempo. I blog di successo sono quelli più aggiornati. Magari non serve una pubblicazione al giorno, ma ricordate che chi passa e trova contenuti “vecchi” in genere non torna più.

Perseveranza
Non sarà facile ottenere il successo che vi immaginate in pochi giorni. E qui entra in gioco la perseveranza, ovvero il non farsi scoraggiare dalle poche visite iniziali. Se terrete duro, visiterete gli altri blog e lascerete commenti opportuni sarete prima o poi notati dalla comunità

Creatività e leggerezza
Non serve essere maestri di scrittura. Semmai è apprezzata la capacità di trovare modi nuovi e suggestivi di comunicare. Anche se il blog  è aziendale, un po’ di spazio al gioco, all’ironia e alla leggerezza sono la formula per convincere chi passa a tornare a farvi visita.

Innovazione
Bisogna essere pionieri, sicuri di sé e delle proprie opinioni, e la tecnologia aiuta parecchio, soprattutto su Internet. Essere i primi a inserire nel blog un servizio particolare (twitter, feed, video, ecc.) è un buon metodo per far vedere quanto valete. Sarà più facile anche divenire opinion maker, visto che tutti riconosceranno il vostro spiccato senso per l’innovazione.

Link
Un Blog senza link non ha senso di esistere. Non manifesta lo scopo principale del blogger: conoscere le cose e le persone.

Rendere partecipi i lettori
Un punto dolente, soprattutto per i blog di professionisti e aziende. Non è facile sottoporsi al giudizio altrui. Ma quanto più si invita la gente a esprimere la propria opinione e a partecipare attivamente al dialogo, tanto più si verrà riconosciuti come autorevoli. Se si vuole solo una vetrina di prodotti, sarà sufficiente un sito.

Comunicare
A differenza di quanto credono in molti, il vero segreto della comunicazione sui blog non sta nel saper scrivere contenuti perfetti, ma nel conoscere il proprio pubblico, e avere ben chiara la sua percezione dell’argomento trattato.

Curiosità
Andare a vedere cosa fanno, cosa dicono e come pensano gli altri è fondamentale. Il motore che spinge a interessarsi degli altri non può che essere un atteggiamento di curiosità propositiva

L’inglese
Non serve, se si è italiani, scrivere in inglese. Però si deve essere consapevoli che il Web che conta e che fa tendenza scrive in quella lingua; quindi si deve almeno essere in grado di “girovagare” sui siti stranieri per poter inserire link

Essere sempre un po’ imprenditori
Cioè trovare il modo di guadagnare da ciò che si fa (vendendo spazio, pubblicando banner, ecc.), visto anche il tempo che si deve dedicare a questo progetto. E trovare sempre nuove strade per progredire in questo senso.

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